Il Congresso Usa ha approvato a stragrande maggioranza di proclamare il 19 giugno come festa nazionale per celebrare la fine della schiavitù.
La schiavitù in America: origini e storia
I primi neri negli USA raggiunsero le coste americane nell’agosto del 1619 a pochi giorni di distanza, a bordo delle imbarcazioni White Lion e Treasurer. Furono definiti Negroes, termine spagnolo coniato nell’epoca coloniale nell’America Meridionale. I primi lavoratori furono considerati “servitori a contratto” (in inglese Indentured servitude) senza percepire un reale salario, ma lavorando nei campi e nelle piantagioni per ottenere la libertà. Questa pratica si rivelò poco redditizia per i proprietari che nel tempo li resero schiavi. A partire dalla fine del XVII secolo le colonie adottarono i cosiddetti Slaves Codes (Codici degli Schiavi). Resero legittima la condizione di schiavi e il potere dei padroni nei confronti dei neri in USA.
La schiavitù venne introdotta a New York quando gli olandesi colonizzarono l’isola portando con loro 11 uomini africani nel 1626 e 3 donne nel 1628. Quando i britannici catturarono la città nel 1664 quasi il 9% degli 8000 persone erano africani (schiavi e non) ed i britannici diventarono automaticamente loro schiavi.