Pornhub torna a far parlare di sè. Questa volta non per una sponsorizzazione ad una squadra sportiva (era successo anche Italia), ma per un fatto molto più grave: il sito di condivisione di video per adulti è stato denunciato da 34 donne che lo accusano, insieme alla società che lo gestice e ne è proprietaria, la MindGeek, di aver diffuso video in cui subivano abusi e stupri, in quanche caso anche quando le vittime erano minorenni.
Pornhub accuse violenza: il colosso del porno è in grossi guai. Sono settimane intense quelle che aspettano Pornhub
Secondo gli avvocati delle accusanti, la MindGeek possiede più di cento siti pornografici e case di produzione specializzate, tra cui il già citato Pornhub, ma anche RedTube, Tube8 e YouPorn per un totale di oltre 3 miliardi di visite al mese. Nella denuncia gli avvocati sottolineano che l’obiettivo non è la pornografia, ma una classica impresa criminale” il cui modello di business si basa sullo sfruttamento a scopo di lucro di contenuti sessuali non consensuali.
Pornhub, che ha sempre ritenuto avere una policy piuttosto dura per il caricamento video, si trova ora contro una petizione che ha raggiunto oltre 400.000 firme e che ne vuole la chiusura. L’iniziativa è data dalla piattaforma Traffickinghub.com e ha il sostegno di circa 75 organizzazioni. Questa petizione vede sotto accusa Pornhub per non sorvegliare e non avere cura, come dovrebbe, sui caricamenti degli utenti.
La MindGeek ovviamente non è rimasta in silenzio: la società ha infatti bollato le accuse definendole “totalmente assurde” e “categoricamente false”. E come detto, non è la prima volta che Pornhub finisce nella bufera, visto che già un articolo del New York Times lo accusava di pubbicare video pedopornografici e filmati di stupri.