Straordinaria scoperta nel complesso archeologico di Cuccuru Mudeju, nel territorio comunale di Nughedu San Nicolò, nel Sassarese, la vasta provincia della Sardegna nordoccidentale.
Un bronzo figurato integro rappresentante un guerriero vestito con un corto gonnellino, un elmo cornuto e lunghe trecce che da sotto giungono sino al collo. Sul petto un pugnale ad elsa gammata, attributo distintivo del raggiungimento dell’età adulta, con la mano sinistra regge uno stocco poggiato sulla spalla, al quale è legato uno scudo circolare con umbone e motivo a raggi, le gambe divaricate, poggiate su uno dei canali di fusione, utilizzato per l’infissione dell’offerta su una tavola votiva.
Dall’ottobre del 2019 e fino a qualche giorno fa il complesso è stato al centro di una campagna di scavo e restauro condotta dal Comune. Un’importante campagna di scavo coordinata con la direzione scientifica della Soprintendenza archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro. L’attività nel complesso nuragico di Nughedu San Nicolò (SS) è stata co-finanziata dal Piano Scavi 2018. Nonostante l’attività agricola avesse sconvolto almeno in parte il sito e rasato le strutture murarie, si è indagato in un settore in cui è emerso un muro perimetrale che delimita una serie di ambienti, tra cui uno che presenta una panchina lavorata su due lati, altri con lacerti di lastricato. Tra i reperti anche basi litiche per offerte votive, nelle quali si possono osservare i fori per l’infissione di spade o il posizionamento di ex voto di bronzo e vaghi di collana in pasta vitrea.
I reperti recuperati
I reperti in bronzo ora si trovano nel centro di restauro della Soprintendenza per le necessarie attività di recupero, analisi e documentazione fotografica. Si tratta di un frammento di spada votiva, uno spillone, un pugnale foliato con un ribattino e un codolo di pugnale frammentario. Ma anche un anello in bronzo di incerta definizione, un frammento di bronzo figurato, che rappresenta la porzione di un arco con la relativa legatura.
Gli esiti della campagna di restauro e scavo confermano l’importanza del santuario e dimostrano gli ottimi risultati raggiunti da Comune e Soprintendenza. I ritrovamenti, in particolare le tavole per offerte e i bronzi, restituiscono un’istantanea della religiosità nuragica nell’età del Bronzo Finale e l’inizio dell’età del Ferro. Nel corso delle indagini precedenti sono emerse diverse strutture che ora tornate alla luce dopo un’accurata pulizia.