La spiaggia si trova nella parte nord-orientale di Caprera
Cala Coticcio, la “Tahiti sarda” che ti fa sentire all’estero. In particolare la spiaggia del nord Sardegna è famosa per questo appellativo per via del mare cristallino e della sabbia fine. Questi sono accompagnati da rocce rosate e macchia mediterranea. Si trova nella parte nord-orientale di Caprera ed è una delle più belle spiagge del parco nazionale della Maddalena.
Inoltre Cala Coticcio si presenta come una piscina naturale raggiungibile via mare con imbarcazioni che organizzano escursioni nell’arcipelago e anche via terra, attraverso un sentiero-trekking. Sono necessari scarpe da ginnastica e una discreta scorta d’acqua per arrivare all’ultima parte abbastanza ripida, sforzo ripagato dall’accoglienza dei riflessi iridescenti del mare. C’è la possibilità di ammirare il paesaggio marino, i suoi colori luminosi e lo sfondo delle rocce imponenti e di godersi il relax e la pace che offrono. Successivamente di immergersi nella in un autentico acquario con tantissime specie di pesci e stelle marine.
Sebbene possiamo dire che la “Tahiti sarda” non è certo l’unica perla costiera di Caprera. Infatti non lontano a sud-est si può visitare cala Portese, o dei Due Mari, altro vanto dell’Isola e la splendida spiaggia del Relitto, caratterizzata da sabbia bianca e sottile e dalla scheletro di una nave antica sulla riva. A occidente da non perdere le acque azzurre di Cala Napoletana, la natura selvaggia di Cala Garibaldi e la distesa di sabbia chiara di Cala Serena. A Caprera è immancabile una visita alla residenza dell’Eroe dei due mondi negli ultimi 26 anni della sua vita. Ovvero il compendio di Giuseppe Garibaldi con la sua Casa Bianca, uno dei musei più visitati d’Italia.
Garibaldi e la Sardegna
Garibaldi soggiornò per la prima volta nell’arcipelago maddalenino tra il 25 settembre 1849 e il 23 ottobre 1849. Rimase affascinato dalla pace e dalla tranquillità trovata nella vicina Caprera. Vi tornò nel 1854 e definitivamente nel 1856. Come conseguenza di ciò acquistò vari appezzamenti di terreno per tramite del maddalenino Pietro Susini. Nello stesso anno portò a Caprera i figli avuti da Anita. Infine dopo aver inizialmente ristrutturato e utilizzato un vecchio casolare, avviò la costruzione di quella che sarebbe stata chiamata la Casa bianca. Cosa che fecce per poi sviluppare un’azienda agricola.