Circa 30mila gli ettari di campi di grano contati durante il Grano Day. La Sardegna si piazza a metà della classifica nazionale dei maggiori produttori. In 20 anni perso quasi il 70%, ma per Coldiretti i raccolti sono buoni.
Tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 era la seconda regione dopo la Sicilia per coltivazione di frumento duro in Italia: 158.000 ettari su 1,29 milioni totali. In meno di 20 anni ha perso quasi il 70 per cento della superficie coltivata a grano (nel 2004 erano quasi 97.000 ettari). Sono i dati elaborati da Coldiretti in occasione del Grano day.
Oggi in tutti i mercati e agriturismo di Campagna Amica sono stati presentati i prodotti della filiera dal campo alla tavola con laboratori, esposizioni e preparazione dei piatti della tradizione contadina. Dai primi numeri emersi dal monitoraggio dell’associazione di categoria sull’inizio della trebbiatura, quest’anno si riscontra un -10% del raccolto di grano in Italia.
Sono aumentate le superfici e la qualità. Ma sul decremento ha inciso il maltempo di maggio dopo un inverno mite. In Sardegna i raccolti sono buoni, secondo Coldiretti. La stagione era iniziata male a causa delle abbondanti piogge invernali che hanno fatto posticipare la semina in alcuni casi a febbraio. Poi però c’è stato un recupero.
La regione con la maggiore produzione di grano è la Puglia con oltre 360mila ettari seguita dalla Sicilia con 264mila, mentre nel resto della Penisola le coltivazioni sono concentrate in Emilia Romagna con 193mila ettari, in Basilicata con 122mila, nelle Marche con 114mila, in Toscana con 83mila, in Piemonte con 62mila e in Lombardia con 60 mila.