Non essendo riconosciuta come malattia cronica invalidante non da diritto all’esenzione dal ticket e a tutele lavorative.
La fibromialgia è una malattia che riguarda quasi due milioni di italiani, i sintomi spaziano dai Crampi ai disturbi dell’umore, ma anche parestesie, insonnia, colon irritabile, e disturbi genito-urinari. Spesso è oggetto di banalizzazione da parte di chi non soffre del disturbo.
L’Associazione italiana sindrome fibromialgica (Aisf), per bocca della vicepresidente Giusy Fabio, lancia l’allarme “Siamo persone fragili e vulnerabili, e in questo periodo di pandemia avvertiamo un senso di abbandono e di frustrazione ma per gli altri siamo malati immaginari, ipocondriaci e sfaticati.”
Tuttavia la situazione sembra essere a un punto di svolta, grazie all’iniziativa di alcuni e alcune parlamentari, da sempre sensibili al tema.
Il disegno di legge 299
Nel disegno di legge 299, presentato nel 2018 dai senatori Boldrini e Parrini, propone il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante cronica. Nonostante lo stop, dovuto alle note vicende sanitarie, l’iter legislativo prosegue e il dossier è al vaglio della Commissione. Un passaggio che permetterebbe non solo il riconoscimento ma anche la prevenzione della malattia, oltre che la necessaria formazione del personale medico.
Inoltre si permetterebbe il riconoscimento dell’associazionismo, oltre che l’esenzione dal ticket e la realizzazione dei centri di riferimento per i malati. Insomma, lo scopo finale della legge è la parificazione della fibromialgia con altre malattie croniche e invalidanti.
Il 12 maggio ricorre la giornata mondiale della fibromialgia, una giornata dedicata all’informazione e alla sensibilizzazione.