Sessant’anni fa il fim “Banditi a Orgosolo” di Vittorio De Seta cambiò la visione del fenomeno del banditismo nel paese barbaricino e diede uno spaccato di quel mondo a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta.
La ricorrenza si celebra con la mostra fotografica “Abissi di silenzio: immagini dal film Banditi a Orgosolo, Vittorio De Seta, 1961” a cura di Antioco Floris e Antonello Zanda, che per l’occasione si trasferisce dai locali della Fondazione di Sardegna di Cagliari al Museo del Costume di Nuoro dal 9 luglio al 15 agosto per iniziativa dell’Isre, l’Istituto superiore regionale etnografico.
Qui l’esposizione si arricchisce di un nuovo allestimento realizzato con la collaborazione di Ignazio Figus, responsabile del settore audiovisuale dell’Isre, che vede l’aggiunta di nuove immagini, materiali di repertorio come i manifesti originali del film (provenienti dal Fondo Giovanni Sanna depositato presso la Cineteca Sarda) e un documentario di Daniele Atzeni, “Vittorio De Seta e la Barbagia”, in parte girato in occasione di una visita del regista a Nuoro. La mostra raccoglie una selezione di immagini del film – premiato come miglior opera prima al Festival di Venezia – fotogrammi e foto di scena, rappresentative dello stile di Vittorio De Seta, e offre uno spaccato visivo della Barbagia dell’epoca.
“Del film è particolarmente apprezzata la fotografia molto curata – sottolinea il curatore della mostra, Floris – tanto che i singoli fotogrammi sembra possano avere una vita autonoma. Per questo motivo è sembrato naturale presentarli in un percorso espositivo che potesse dare un senso ulteriore al racconto della Barbagia fatto da De Seta”.
“Banditi a Orgosolo è uno dei film più importanti della storia cinematografica della Sardegna – spiega il direttore della Cineteca Sarda Zanda – in quanto segna un punto fermo nella rappresentazione culturale della nostra Isola e della nostra storia”. “Ospitare questa mostra negli spazi del Museo del Costume è per l’Isre motivo di grande soddisfazione – commenta Figus – Questa esposizione, infatti, dà conto di un capolavoro assoluto della cinematografia mondiale”.