La necropoli di Tuvixeddu è la più grande necropoli punica ancora esistente. Si estende all’interno della città di Cagliari, su tutto il colle omonimo, ed è compresa fra il rione cresciuto lungo il viale Sant’Avendrace e quello di via Is Maglias.
La necropoli di Tuvisceddu è frequentato dall’uomo sin dal neolitico come dimostrano i ritrovamenti di strumenti in selce e ossidiana e di ceramiche e fondi di capanne della cultura di Ozieri Tra il VI ed il III secolo a.C. i Cartaginesi scelsero il colle per seppellirvi i loro morti: tali sepolture erano raggiungibili attraverso un pozzo scavato interamente nella roccia calcarea profondo dai due metri e mezzo sino a undici metri.
All’interno del pozzo una piccola apertura introduceva alla camera funeraria o cella sepolcrale. Le camere funerarie decorate, dove all’interno esistono anfore altrettanto decorate; rinvenute poi delle ampolle dove si mettevano delle essenze profumate, chiamate lacrimatoi. Corredo funebre Tomba dell’Ureo
Di particolare interesse, tra le tombe puniche, la Tomba dell’Ureo e la Tomba del Combattente (chiamata anche del Sid), decorate con palme e maschere tuttora ben conservate, e la Tomba della ruota, scavata da Ferruccio Barreca.
Dopo la distruzione della città di Santa Igia intorno alla seconda metà del XIII secolo da parte dei Pisani e dei loro alleati sardi, molti dei suoi abitanti fuggirono verso la città di Villa di Chiesa altri superstiti si stanziarono nell’attuale viale Sant’Avendrace, alle pendici del colle: così buona parte delle case si addossarono a Tuvixeddu, utilizzando ognuna di queste un accesso alle tombe.
La necropoli di Tuvixeddu mai valorizzato, e nel XX secolo è stata la cava di una cementeria dell’Italcementi, che ha terminato l’estrazione solamente negli anni settanta. Negli anni cinquanta (fra il 1953 e il 1956) realizzata una strada interna (chiamata Canyon) fra via Is Maglias e via Falzarego, per facilitare il trasporto su camion della roccia estratta.