L’Italia ha vinto con il collettivo e non con i singoli
La vittoria dell’Italia agli Europei era, all’inizio del torneo, più una speranza che un’ipotesi anche ottimistica. Contando soltanto i singoli, i giocatori di per sè, in pochi pensavano che si potesse arrivare fino in fondo. Quasi da tutti, addetti ai lavori e non, l’Italia veniva considerata la quinta/sesta forza del Campionato Europeo. Una squadra sicuramente diversa e migliorata rispetto a quella della debacle di fine 2017 contro la Svezia, ma non ai livelli di Francia e Belgio.
L’Italia inizia la fase a gruppi in modo concreto, battendo 3-0 Turchia e Svizzera. Una squadra che gioca bene, un calcio offensivo e propositivo, che se ha qualche problema con la difesa schierata, dopo aver sbloccato riesce a prendere il largo. Dopo la vittoria contro il Galles, arriva il primo scoglio da superare, l’Austria. Probabilmente è stata quella la partita che ha fatto salire di livello gli azzurri. Gli austriaci pressano e non hanno paura di ripartire, e durante la ripresa vanno in vantaggio. Una situazione in cui l’Italia non si è mai trovata, in una partita non brillante. Fortunatamente quel gol viene annullato e l’Italia, con Chiesa e Pessina, riesce ad arrivare ai quarti.
Una nazionale con tante facce, propositiva in attacco e che sa difendere e soffrire
Contro il Belgio la squadra di Mancini parte benissimo, con i gol di Barella e Insigne, ma il gol di Lukaku fa accorciare le distanze ai belgi. Dopo un secondo tempo dove l’Italia non ha concesso molto passa il turno e arriva in semifinale. Contro la Spagna forse è stata la partita più difficile di tutto l’Europeo. Gli spagnoli hanno un giro palla ottimo ma l’Italia riesce a tenere botta, conquistando la finale ai rigori. In finale contro l’Inghilterra, dopo la prima parte con il gol di Shaw e un primo tempo pieno d’incertezza, l’Italia domina il campo, pareggiando con Bonucci e arrivando ancora ai rigori. Con Donnarumma in stato di grazia (eletto anche miglior giocatore del torneo) che para due rigori tra cui quello decisivo a Saka, l’Italia si laurea per la seconda volta, e meritatamente, campione d’Europa.