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Covid, cinque nuovi farmaci contro il virus

Non solo vaccini. La strategia dell’Unione Europea contro Covid-19 passa anche dai farmaci. La Commissione europea ha da poco annunciato un primo portafoglio di cinque trattamenti che potrebbero essere presto disponibili nell’Unione. Quattro di queste terapie sono anticorpi monoclonali in rolling review da parte di Ema. Il quinto, un immunosoppressore già autorizzato per altre indicazioni, potrebbe ricevere l’estensione per la cura dei malati di Covid-19.

Nessun farmaco specifico anti Covid 19

Curare efficacemente Covid 19 , la malattia che si sviluppa in seguito all’infezione da Sars-Cov-2, si è rivelato subito un’impresa. Di fronte ad un virus e alla malattia che ne consegue – completamente nuovo la ricerca è andata per tentativi. Mentre da un lato si è cercato di controllare i sintomi della malattia attraverso l’utilizzo di antinfiammatori, dall’altro gli scienziati hanno tentato – nell’attesa di sviluppare nuovi farmaci – di testare “vecchi” antivirali nella speranza che funzionassero anche contro Sars-Cov-2. Purtroppo, tra tutti quelli testati, solo uno si è rivelato parzialmente efficace – e in particolari condizioni – contro il virus. Ecco perché, ad oggi, una cura specifica approvata che vada a colpire selettivamente Sars-Cov-2 non esiste ancora.

Gli antivirali in uso

Gli antivirali rappresentano l’arma perfetta contro i virus. Essi infatti sono in grado di interferire con i meccanismi che il virus mette in atto per replicarsi. Potendo agire su di essi il risultato finale è il blocco della crescita virale.

L’unico che ha dato parziali risultati contro il coronavirus è stato remdesivir di Gilead, un antivirale sviluppato anni fa contro il virus Ebola. L’idea di utilizzarlo è nata dall’evidenza ottenuta in laboratorio nel contrastare efficacemente altre forme di coronavirus. Pur non essendo specifico per Sars-Cov-2, in ottobre 2020 la Fda ha approvato il farmaco per i pazienti positivi al coronavirus.

L’autorizzazione all’utilizzo si è basata sui dati di uno studio clinico pubblicato in maggio. Nonostante remdesivir non riduca la mortalità per Covid-19, lo studio clinico condotto e che ha portato all’approvazione ha dimostrato che l’antivirale è in grado di accorciare i tempi di degenza medi da 15 a 11 giorni. Risultati che, a detta di diversi addetti ai lavori, sono parziali e non proprio confortanti. Non a caso l’OMS, nel febbraio di quest’anno, dopo aver analizzato i dati di un imponente studio clinico ha sentenziato che remdesivir “ha avuto poco o nessun effetto sui pazienti ospedalizzati con Covid-19”.

In sperimentazione

Tra quelli invece in sperimentazione – tra gli oltre 200 in fase di test- ce n’è uno in particolare, molnupiravir (sviluppato da MSD e Ridgeback), che si è dimostrato particolarmente promettente. Allo scorso convegno CROI sono stati presentati i risultati ottenuti nell’uomo. Una singola pillola del farmaco sperimentale molnupiravir presa due volte al giorno per 5 giorni potrebbe eliminare il virus SARS-CoV-2 dal rinofaringe.

La molecola in questione, impedendo al virus di replicarsi, potrebbe essere utile da somministrare ai primi sintomi per abbattere la carica virale e limitare dunque i danni del virus. La sperimentazione è ancora in corso e in caso di efficacia, secondo le prime indiscrezioni, il farmaco potrebbe arrivare sul mercato per la fine dell’anno.

About Andrea Perra

Sono un ragazzo a cui piace molto fare sport divertirmi e socializzare con le persone. Mi piace scrivere, ascoltare musica e gli animali. Mi piace pure fare rime e viaggiare .Sono amante del calcio infatti tifo il Cagliari. Ho studiato nella facoltà di scienze politiche e dopo aver conseguito la laurea ora sto studiando per diventare Consulente del lavoro.

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