Ercole spazza via il campus Ersu. Eccezionali ritrovamenti archeologici bloccano i lavori a San Lorenzo. Sechi: “26 milioni a rischio e il progetto di fatto non è più realizzabile. Bisogna individuare soluzioni alternative immediate per non mettere a repentaglio il finanziamento per la realizzazione del Campus Universitario a Sassari”
Il ritrovamento fa deflagrare all’istante qualsiasi ipotesi di costruire l’atteso campo Ersu per studenti a San Lorenzo. Allo stesso tempo mette in luce quello che potrebbe essere uno dei più importanti ritrovamenti archeologici del Sassarese. Destinato a entrare nei libri di storia: i resti della “Mansio Ad Herculem” romana. Davvero difficile dire se sia una buona o una cattiva notizia quella data ieri dal presidente di Ersu Sassari Massimo Sechi e del Soprintendente per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro Bruno Billeci.
Il campus
Il progetto “mini campus”: alloggi e servizi accessori (incluse strutture sportive) per 280 posti letto in totale in un fazzoletto di terra di circa 2,5 ettari. Per la realizzazione l’Ersu di Sassari si è aggiudicata il finanziamento dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (2007/2013) per 20,5 milioni di euro. Successivamente integrato per un totale di 26,3 milioni.
“Il progetto di fatto non è più realizzabile e bisogna individuare soluzioni alternative immediate per non mettere a repentaglio il finanziamento. La zona scelta, nel tempo, ha rivelato la presenza di numerosi vincoli di tipo urbanistico, paesaggistico, idrogeologico (via via superati in fase di progettazione preliminare). A bloccare la prosecuzione dell’intervento è quello maggiormente restrittivo. Il vincolo di tipo archeologico, emerso a seguito degli scavi esplorativi da parte della Soprintendenza, così come previsto dalla legge”.
Presidente di Ersu Sassari Massimo Sechi
“Nell’ambito dei lavori dello studentato – spiega Billeci – si è concordato di eseguire 5 saggi archeologici. In questo fase le indagini si sono concentrate su un saggio in particolare, il numero 4, che ha riportato alla luce con abbondanti materiali archeologici. L’area è risultata di grande complessità, pluristratificata. Sono stati individuati in particolare livelli di frequentazione di età romana repubblicana. Il ritrovamento di numerosi reperti ricomponibili, e un battuto pavimentale al di sotto del quale sono stati rinvenuti materiali pertinenti all’età fenicio-punica e nuragica. In particolare i materiali databili all’età del ferro sembrano indicare la sovrapposizione dell’insediamento romano a un insediamento nuragico. Questo resta attivo come emporio in età fenicio-punica. È possibile che in quest’area ricada la “mansio Ad Herculem”. Citata dalle fonti e localizzata da alcuni studiosi, tra i quali Daniela Rovina, proprio nell’areale di San Lorenzo”.
Soprintendente per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro Bruno Billeci
Gli scavi
Effettivamente i risultati degli scavi sono clamorosi. Nella zona di San Lorenzo i ritrovamenti che si sono succeduti nel corso dei decenni sono stati numerosi, specie durante le fasi di realizzazione del complesso dell’Orto Botanico e degli Uffici giudiziari. Da qui si sviluppava uno dei rami dell’acquedotto romano che dall’area di Sassari, e in questo caso dalle fonte delle Conce, portava l’acqua alla più importante città romana del nord Sardegna, ovvero Turris Libisonis (Porto Torres).
Fondi a rischio
Una grana non da poco. Ad oggi l’Ersu ha infatti sostenuto già 1,3 milioni di spese tra progettazione preliminare in corso e acquisto dell’area dall’Università di Sassari. Ma il vero problema è che, per non perdere i 26 milioni di fondi è necessario aggiudicare la gara d’appalto per i lavori entro il 31 dicembre 2022 e finire entro il 31 dicembre 2025. Il tutto in un terreno ancora da individuare e con la progettazione che dovrebbe ripartire da capo.
“Sassari e il nord Sardegna non possono rischiare di perdere investimenti, anzi meriterebbero ulteriori risorse anche per dare maggiore impulso alle sedi gemmate. E’ necessario fare quadrato per trovare soluzioni nell’immediato che ci consentano di difendere il finanziamento ottenuto. L’idea di Campus all’americana, con servizi estesi, come ad esempio campi sportivi integrati e aree comuni, di studio e di ricerca”.
Presidente di Ersu Sassari Massimo Sechi