Perdita di cibo
Lo spreco alimentare è il fenomeno della perdita di cibo ancora commestibile che si ha lungo tutta la catena di produzione e di consumo del cibo.
Si stima che, ogni anno, un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo dell’uomo si spreca . Soprattutto nei paesi ricchi, una grande parte di cibo ancora buono per colpa dei consumatori. Mentre un’altra grandissima parte del cibo si spreca durante tutto il processo di produzione degli alimenti. Dalla produzione agricola alla lavorazione, alla vendita ed alla conservazione del cibo
Nei paesi sviluppati infatti lo spreco alimentare domestico è quasi nullo, mentre aumenta durante le fasi intermedie di produzione o per problemi di conservazione. Secondo le stime della (FAO) in media una persona che vive in Europa o in Nord America spreca intorno ai 95–115 kg all’anno, mentre nell’ Africa Subsahariana intorno ai 6–11 kg all’anno 35% animale 20% vegetale.
Lo spreco come problema enorme
In termini di impatto ambientale si tratta di un problema enorme. Le perdite di cibo e lo spreco alimentare in generale rappresentano un grandissimo spreco di risorse usate per la produzione come l’energia, l’acqua[ e la terra. Produrre cibo da non consumare o porta a sprechi non necessari di fonti fossili , largamente impiegate per coltivare, spostare, processare il cibo, insieme al metano prodotto dalla digestione anaerobica che si ha quando i rifiuti alimentari finiscono in discarica. Queste emissioni contribuiscono in maniera cruciale al cambiamento climatico. In quanto ad emissioni di , anidride carbonica che la FAO stima essere circa 3,3 miliardi di tonnellate di Co2, si calcola che se lo spreco alimentare fosse uno stato, dopo Stati Uniti e Cina sarebbe al terzo posto tra i paesi che ne emettono di più. Oltre che per le emissioni, lo spreco di cibo è responsabile di una deforestazione sempre maggiore
Quanti rifiuti consumiamo noi italiani ?
Gettiamo 27 kg di cibo a testa, ovvero 529 grammi a settimana come da rilevazione dell’Osservatorio Waste Watcher International. Sono le famiglie con figli a gettare più spesso il cibo: in media lo fanno il 15% in più rispetto ai single, che si scoprono più virtuosi e oculati, così come i cittadini dei centri urbani rispetto ai piccoli comuni.
E si spreca di più al sud, dove si getta il 15% in più di cibo e avanzi (circa 600 grammi a settimana), mentre si spreca meno a nord (-8%, circa 489 grammi a settimana) e nel centro Italia (-7%, circa 496 grammi settimanali).
L’attenzione alla prevenzione è particolarmente alta in Italia e Nuova Zelanda, dove 1 cittadino su 2 dichiara di impegnarsi convintamente sul tema. Anche se in testa si piazzano i cittadini sud-coreani, dove 6 intervistati su 10 si dichiarano in prima linea. Va piuttosto male in Francia, Belgio, Germania, Olanda, Svezia: meno di 1 cittadino su 3 – la media mondiale – si dichiara interessato alla questione degli sprechi.