Il Senato approva la fiducia posta dal governo al decreto Recovery, tra le critiche delle opposizioni, mentre la Camera dà il via libera al Dl Cybersicurezza.
Il governo incassa la fiducia al Senato sul decreto Recovery, tra le critiche delle opposizioni
Il decreto Recovery è stato approvato ieri al Senato, e con esso anche la fiducia al governo posta dal Presidente del Consiglio Draghi. Il decreto prevede un ruolo preminente del Premier, che mantiene per sé la governance e l’indirizzo politico dei fondi provenienti da Bruxelles.
Il testo si divide in due principali parti, la prima attiene la governance, mentre la seconda prevede lo snellimento burocratico e il rafforzamento delle strutture interessate dal piano. Per quanto attiene la gestione, come ricordato, è completamente accentrata nelle mani del Premier e della cabina di regia da lui presieduta.
Le procedure di semplificazione riguarderanno tre dei sette settori cardine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, le opere pubbliche, la transizione energetica e la digitalizzazione. La Ragioneria dello Stato si occuperà invece del controllo e della rendicontazione, mentre la fase attuativa è lasciata ai singoli Ministeri.
Non sono mancate le critiche da parte delle opposizioni, in primis di FdI, che hanno contestato il meccanismo della fiducia e la scarsa discussione parlamentare. É chiaro che il clima di unità nazionale, tanto auspicato dal Presidente Mattarella, è ancora molto lontano e lo scontro parlamentare non è che all’inizio.
Alla Camera il Dl Cybersicurezza passa con percentuali bulgare
La polemica che ha caratterizzato il decreto Recovery non si è ripetuta durante l’approvazione del Dl Cybersicurezza, approvato dalla Camera dei Deputati con 388 sì e un solo contrario. Il testo va ad intervenire su un settore chiave come quello informatico, in un epoca dove i crimini in rete sono in netta ascesa.
Il testo va ad intervenire sull’architettura nazionale del comparto della cybersecurity e istituisce l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e modifica le precedenti disposizioni in materia. Infatti, già nel 2019 era stato introdotto il perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, con lo scopo di aumentare “il livello di resilienza cibernetica degli attori maggiormente sensibili ai fini della sicurezza nazionale”.
Un settore, quello digitale, verso il quale si mostra particolare attenzione anche nel PNRR, con un investimento pari a 620 milioni di euro. Come per l’intelligence e la sicurezza nazionale, anche il dl Cybersecurity prevede un ruolo centrale per il Presidente del Consiglio.
Il Premier potrà, come avviene per i servizi segreti, nominare e revocare i vertici della nuova agenzia, naturalmente previa consultazione del Copasir. L’agenzia andrà ad intervenire su campi, che in precedenza riguardavano diversi attori istituzionali. Inoltre incorporerà al suo interno il Csirt (Computer security incident response team) e il Cncn (Centro di valutazione e certificazione nazionale).
In Definitiva il Dl Cybersicurezza va ad aggiornare il settore, in previsione del futuro, snellendolo e rendendolo maggiormente preparato alle sfide che lo attendono.