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Il noto musicista Paolo Fresu racconta un mito assoluto del jazz con una massiccia compagnia di attori: Chet Baker. La musica si incontra in un binomio mai visto prima tra scrittura e improvvisazione in campo musicale.
La più esaltante e avvilita tra tutte le trombe jazz è quella di Chet Baker. Uno dei miti musicali più particolari e interessanti di tutto il secolo scorso (ma anche di quello attuale). Paolo Fresu lo fa rivivere in questa scena teatrale con il suo grande interesse ma anche l’incapacità di attendere del pubblico. Rappresenta il suo predecessore americano, nativo dell’Oklahoma nel periodo della grande crisi economica americana dovuta al crollo della borsa di Wall Street .
Tempo di Chet: Chet Baker la rivede a modo suo, e questo è il risultato della sovrapposizione e della lettura in chiave sinonimica tra la scrittura drammaturgica di Leo Muscato e Laura Perini e la parte musicale curata e interpretata sul palco, di Fresu. Un’ondata travolgente di parole, immagini e suoni per raccontare un personaggio senza eguali e tutto ciò che concerne il suo periodo.
La regia di Muscato è il perfetto compromesso tra ciò che era e cio che è lungo i vari step del vissuto dell’artista – raccontato da chi lo ha conosciuto: i parenti, le compagne, gli amici di una volta, i musicisti con cui ha collaborato, i critici del medesimo argomento – incentrandosi sull’esposizione di fatti ed eventi, da quando il padre gli regalò la prima tromba (ancora bambino), fino al giorno della sua morte avvenuta precipitando dalla finestra di un hotel della capitale dei Paesi Bassi. Amsterdam.
Fresu ricorda che, nonostante il trombettista fosse avvolto da un alone di mistero come un tunnel luminoso, era in grado di produrre, forse, una delle musiche più coerenti e magistralmente pensate della storia del jazz. Una musica straordinariamente scorrevole e sensata, oltre che amabile ed elegante. La colonna sonora di quest’opera teatrale sarà interpretata dal vivo da Paolo Fresu
