Domenica 29 agosto, sempre alle 18.30, a Boroneddu (OR), secondo appuntamento con il Salotto Letterario.
Alessandro De Roma presenterà il suo nuovo romanzo “Nessuno resta solo” (Einaudi, 2021). Lo scrittore, a colloquio con Fabrizio Manca Nicoletti e con sottofondi musicali a cura dell’Ente Concerti Città di Iglesias (“Letterature Sonore“, del chitarrista Alessandro Lopane), si soffermerà anche sull’annoso tema dell’editoria a pagamento. Darà poi qualche consiglio all’autore esordiente.
Durante la serata verrà presentata la nuova edizione (la dodicesima) del concorso per racconti brevi ed aforismi, che vedrà tra i giurati anche lo stesso De Roma.
Interverranno Carlo Pahler (editore UniCa Radio), Fabrizio Miscali (sindaco di Boroneddu), Sergio Lorrai (sindaco di Gairo), Raffaele Sundas (direttore generale Ersu Cagliari) e Michele Camoglio (commissario straordinario Ersu Cagliari). Anche nell’appuntamento di Boroneddu verranno coinvolti vincitori e finalisti dell’undicesima edizione del premio letterario. La serata sarà impreziosita dalle opere d’arte degli allievi della Scuola di Pittura Meledina. Domenica 5 settembre. A Sini (OR), alle 18.30, si terranno le premiazioni della nona edizione del concorso regionale di poesia.
Il libro
Guido e Tonio sono padre e figlio, ma la sola cosa che hanno in comune è il cognome. Per due come loro, abituati a rispettarsi soltanto nel rancore reciproco, l’unico modo per non farsi del male è rimanere lontani. Guido sceglie di trascorrere con sua moglie la quotidianità di ogni giorno. Tonio, dopo tanto girovagare per il mondo, conosce Nicola e se ne innamora. Nicola per Tonio diventa il centro di ogni cosa. L’amore capace di dar senso a un’esistenza passata a nascondersi, un amore che Guido, se solo sapesse, non accetterebbe mai. Padre e figlio vorrebbero invecchiare accanto alla persona che amano piú di ogni altra. Ma non hanno fatto i conti con l’imprevedibilità beffarda del destino.
Nei discorsi di Guido, Tonio viene a malapena nominato. È un figlio inquieto, vagabondo, omosessuale, che il padre fatica a contattare perfino quando deve dirgli che la madre è malata e il tempo rimasto è poco.
Del resto anche Guido, per Tonio, non andrebbe messo al corrente di nulla: neppure del suo dolore piú grande. Le loro strade si sono sempre incrociate a distanza, attraverso gli occhi degli altri, i discorsi riportati, i racconti che risalgono all’infanzia di uno o alla giovinezza dell’altro. Eppure sono padre e figlio, e i tratti del viso lo testimoniano: una somiglianza che per Tonio, quando se ne rende conto, è «come spalancare una porta sul vuoto». Entrambi sopravvissuti a chi amavano di piú al mondo, Tonio e Guido sceglieranno ostinatamente di non cercarsi, resistendo. Almeno finché è possibile. Perché quando ormai non c’è piú nulla da chiedere – sembra suggerirci Alessandro De Roma con una voce schietta e profondamente intima – anche chi si è sempre detestato può deporre le armi.