Il lavoro dei ricercatori tedeschi pubblicato su ‘The Lancet’ conferma le ipotesi sulla vaccinazione eterologa.
Vaccinazione eterologa ed omologa. Sono queste le due strade di molti under 60 italiani. Vaccinati alla prima dose con AstraZeneca, poi indirizzati da nuova raccomandazione verso la seconda dose con vaccino a mRna. Oggi un nuovo studio offre un ulteriore contributo per comprendere meglio il valore delle due alternative. La novità del lavoro, firmato da ricercatori tedeschi e pubblicato su ‘The Lancet‘, è che questa volta si sono osservate le vaccinazioni eterologa e omologa rispetto alla capacità di neutralizzazione della variante Delta di Sars-CoV-2. Risultato: “La robusta inibizione delle varianti inclusa la variante Delta – scrivono gli autori – supporta ulteriormente la vaccinazione eterologa“. Aggiungono gli scienziati: “I nostri dati sosterrebbero anche l’opzione di una terza dose; booster eterologa per le persone che hanno completato il ciclo di vaccinazione omologa” con AstraZeneca quando “l’immunità umorale sta diminuendo e i pazienti diventano suscettibili all’infezione”.
I precedenti
Prima di questo lavoro degli scienziati tedeschi; alcuni studi avevano già dimostrato (sulla base dei primi risultati di uno studio di fase 2 dalla Spagna e di ulteriori studi osservazionali) che si osservavano “risposte immunitarie robuste accompagnate da una reattogenicità accettabile” dopo la vaccinazione eterologa con AstraZeneca alla prima dose e un vaccino a mRna (Pfizer o Moderna) alla seconda. Era stato inoltre “dimostrato che il richiamo eterologo induce conte più elevate di cellule T specifiche” contro la proteina Spike del virus; e “titoli elevati di anticorpi neutralizzanti contro le tre varianti Alfa; Beta e Gamma”.