La capretta di Maria 2 medium3 3

Finale nel segno di Maria Lai per lo Janas Festival 2021


Un poetico ritratto d’artista per lo Janas Festival 2021 / organizzato da Le Voci di Astarte con la direzione artistica di Sabrina Barlini. La kermesse itinerante si chiude in bellezza lunedì 30 agosto alle 22 al Novenario Campestre di Santa Maria a Sorradile con “La capretta di Maria” per un itinerario nel mondo di Maria Lai.

Si avvia alla conclusione il Janas Festival 2021, il gran finale è previsto per lunedì 30 Agosto con Maria Lai


Fantasia e realtà s’intrecciano nella pièce che ripercorre la vita della creatrice dei celebri “libri cuciti” e artefice del progetto “Legarsi alla montagna”. “La capretta di Maria” rappresenta un’occasione per esplorare, in forma poetica e giocosa, la poetica visionaria dell’artista di Ulassai. Ma anche per riflettere sul significato e sull’importanza dell’arte e della bellezza.

Prendendo spunto dalle storie narrate e illustrate da Maria Lai e dalla presenza ricorrente della capretta. Simbolo dell’ispirazione che conduce l’artista fin sulle vette più alte senza dimenticare il legame con la propria terra. “La capretta di Maria” accosta note biografiche ed elementi fiabeschi.

«Ero analfabeta, ma piena di favole. Ciò che ho fatto dopo, da adulta, è iniziato a quell’età. Mani, occhi, parole,diventavano collegamenti tra realtà e sogno» – racconta l’artista. «Ho dietro di me millenni di silenzi, di tentativi di poesia, di pani delle feste, di fili di telaio». Nei suoi racconti e nelle sue opere, dense di metafore e simbolismi, magici specchi capaci di trasfigurare la realtà e di parlare al cuore dei fanciulli.
Le sue “Fiabe Cucite” rivivono sulla scena attraverso la magia del teatro e le geometrie in movimento della danza, così che l’artista stessa diventa l’eroina di una storia.

La capretta di Maria


“La capretta di Maria” è uno spettacolo pensato per parlare ai più piccoli dell’opera di Maria Lai. Per far fare loro un viaggio alla scoperta del valore e dei significati dell’arte nella nostra vita. In questo viaggio poetico abbiamo fuso alcuni elementi biografici della vita di Maria con la narrazione di alcune fiabe da lei rivisitate. Abbiamo immaginato che la nostra “scatola teatrale”, privata dei neri e resa bianca per l’occasione, fosse un teatrino con il quale la stessa Maria, bambina, gioca a far prendere forma alle immagini del suo sguardo che trasforma la realtà.


Lo spettacolo su apre con Maria, bambina, che descrive la nascita in lei del pensiero artistico, con l’immagine di un pettine che vela il suo occhio destro di capelli ribelli. Un doppio che si specchia nelle azioni simmetriche delle due attrici in scena. Da qui si dipana, con il tessuto metaforico e reale, della danza, che simboleggia l’arte, la narrazione delle fiabe la capretta, cuore mio, il dio distratto.


Delle installazioni ambientali di Maria, lo spettacolo sceglie di dar corpo alla più nota, “legarsi alla montagna”. Un sogno, guardare con quello sguardo velato di trini neri che sa dare forme altre alla vita.

About Daniele Mereu

Studente magistrale in Relazioni Internazionali (Studi Euro-Mediterranei) presso l'Università di Cagliari. Laureato in Scienze Politiche e diplomato in Relazioni Internazionali per il Marketing.

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