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Quaranta voci e un solo cuore: storia di un coro per tutti

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Quaranta voci e un solo cuore: storia di un coro per tutti
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Intervista a Giuseppe Murru, fondatore e responsabile del Cagliari Open choir

Una delle caratteristiche del Cagliari Open Choir è quella di non avere prove, per “non appesantire le nostre vite già pesanti così”. Detto così, sembrerebbe complicato gestire un coro formato da tante persone senza provare, ma grazie alla maestra di coro Stefania Pineider, e all’arrangiatore Lorenzo Zonca, basta incontrarsi per “far avverare la magia”. Il repertorio viene selezionato in base ai gusti musicali del fondatore e dei maestri; dopodiché, vengono registrate le tracce audio del basso, tenore, contralto e soprano, e inviate ai partecipanti. In base alle caratteristiche della propria voce si sceglie la parte. Un altro elemento distintivo di questo coro è la mancanza di selezione dei partecipanti. “La speranza è che uno sappia da sè, con un minimo di autocritica, se è intonato o no” afferma il fondatore Giuseppe Murru. Gli incontri del Cagliari Open Choir vengono gentilmente ospitati nel cortile interno dell’EXMA. Media partner del progetto è Radio X.

“Per cominciare, ci spieghi che cos’è un Open Choir?”

“Non esiste una formula specifica per la creazione di un Open Choir. Si tratta di una modalità di vedere un coro come una struttura non troppo rigida o accademica, che accoglie qualunque tipo di voce.

“Come e quando è nata l’idea di fondare un coro aperto a tutti?”

“L’idea mi è venuta l’anno scorso, durante il primo lockdown. Io non sono un professionista, ma amo cantare e suonare la chitarra, e, come tutte le persone con questa passione, ho sofferto molto le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. Così, un giorno, mentre facevo un giro sul web, mi sono imbattuto nel sito di un coro canadese chiamato Choir! Choir! Choir!. Si tratta di un coro aperto, al quale le persone si possono unire se interessate alla canzone che si sta preparando in quel periodo. A quel punto mi sono chiesto: <<Perchè non farlo anche a Cagliari?>> Ho ritenuto importante avviare un’attività del genere in un periodo come quello che abbiamo trascorso, nel quale ci sono state minori libertà. L’idea di coro ci restituisce quella dimensione di comunità che ci è venuta a mancare per tanto tempo.”

“Qual è la finalità di un Open choir?”

“La finalità di un Open Choir è semplicemente quella di chiamare a raccolta tutte le persone che amano cantare. Sono benvenuti anche coloro che non hanno mai cantato in un coro, e che quindi non hanno ancora idea della meraviglia che si prova nello stare immersi nelle voci degli altri. Il fine ultimo è quello di ritrovarci una volta al mese, senza fare prove precedentemente, e buttarci nell’esecuzione del pezzo.”

“Che tipo di riscontro avete avuto con quest’iniziativa?”

“Per la prima “esibizione”, o meglio “uscita, che è stata verso fine luglio, abbiamo sparso la voce tra amici e parenti, ma non avevamo ricevuto alcun feedback. E’ stata una grossa sorpresa essersi ritrovati faccia a faccia con circa una quarantina di persone. Io pensavo che sarebbero venute al massimo una decina di persone. Dopo la creazione della pagina web siamo cresciuti fino a diventare 210 coristi. Non ce lo aspettavamo. Abbiamo fatto questa prima uscita totalmente in sordina e senza farci pubblicità. Stiamo cominciando anche a preoccuparci per i numeri sempre in crescita, perchè le regole dovute al Covid sono ancora molto attive e non possiamo superare determinate soglie di partecipazione.”

“Per concludere, dove potremmo ascoltarvi dal vivo o anche in streaming?”

“Per una questione legata alle presenze e agli spazi, non possiamo avere pubblico. Il nostro canale facebook resterà sempre attivo, e in futuro magari potremmo organizzare qualche diretta. Le uscite sono sempre comunque registrate e i video vengono caricati in rete, quindi se volete ascoltarci potete fare un salto sulla nostra pagina facebook.”

Se vi va di ascoltare l’intervista integrale, trovate il podcast in allegato!

About Camilla Maccioni

Classe 2003, futura diplomata al liceo classico (almeno così si spera). Oltre alle lingue morte si dedica allo studio della chitarra classica e sogna di poter diventare concertista. La scrittura l'ha sempre affascinata, e per questo si sta avvicinando, a piccoli passi, al mondo giornalistico.

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