Intervista a Carlo Canova, studente dell’Università di Sassari, sulla sua esperienza Erasmus
Carlo Canova, studente dell’Università di Sassari, ci racconta la sua esperienza Erasmus come opportunità di crescita culturale e professionale. La prima tappa è avvenuta in Spagna, la seconda in Polonia, la terza a Budapest e quest’anno sarà la voltà del Perù. Ci possono essere diverse motivazioni per scegliere di partire per l’Erasmus, per Carlo, come per la gran parte degli studenti, al primo posto abbiamo quello di apprendere la lingua sul posto in cui si è in quel momento e non solo sui libri di testo, ma soprattutto il viaggiare. Tra i paesi che ha visitato c’è anche l’Ungheria.
“Le mie reali motivazioni, oltre a quelle di maturare e diventare indipendente, sono state apprendere la lingua del paese in cui mi trovavo– commenta Carlo-, in particolare l’inglese e lo spagnolo. In aggiunta a questo il viaggiare, una delle mie più grandi passioni. Cosa che ha arricchito il mio bagaglio cultura”.
Nel 2017, all’età di 21 anni, la sua prima esperienza in Spagna che è durata circa un anno. Nonostante la paura iniziale di trovarsi in un posto sconosciuto, perchè non sapeva come sarebbe andata, cosa sarebbe successo, è partito ed è pronto a ripetersi per conoscere una nuova realtà tutta da scoprire.
“Quando sono partito in Spagna, ho lasciato per la prima volta la mia casa, la mia famiglia– continua-, anche se la paura maggiore era trovarmi in un posto nuovo. Paura che è passata quasi subito e sono partito. Non avrei potuto fare scelta migliore infatti potrei partire ovunque da solo“.
In Polonia spinto dal coraggio acquisito in precedenza, era più sereno, tanto che ha vissuto alcuni dei momenti più belli della sua carriera universitaria e i viaggi sono diventati, se vogliamo, uno stile di vita. Mentre a Budapest è riuscito a trovare lavoro alla Camera di commercio italiana.
“Una volta in Polonia ho creato una sorta di associazione di viaggi– conclude-, dove invitavo le persone a visitare i vari luoghi in maniera esplorativa. Questo ci ha permesso di visitarla nella sua interezza. Consiglio a tutti di affrontare l’esperienza dell’Erasmus come crescita umana e professionale“.