Durante il lockdown della primavera 2020, oltre sessanta persone registrarono ogni giorno un movimento, creando così una sorta di archivio di gesti, reale e virtuale. Nasce così Diary of a Move (DOAM), un progetto ideato dalla coreografa Masako Mastushita, dal quale è stato tratto un documentario.
Masako Matsushita, artista del movimento italo-giapponese, nel marzo-aprile 2020, durante il periodo di lockdown ha reso partecipativo il suo processo creativo chiamato Diary of a Move (DOAM). Questo è diventato un documentario per “italiana” portale della Farnesina per la promozione della lingua, della cultura e della creatività italiana nel mondo. Con la regia di Matteo Maffesanti, nel contesto di OperaEstate Festival a Bassano del Grappa. Più di 60 cittadini provenienti da diversi Paesi sono diventati autori di diari, registrando i propri movimenti quotidiani.
Da questo processo è scaturito un risultato multidisciplinare: un catalogo del patrimonio umano regalato alla città, una performance e una mostra personale al Museo Civico di Bassano del Grappa insieme a tutti i cittadini sul significato di movimento. Diary of a Move è un processo creativo che trova la sua origine nel 2012. Da quel momento sono stati sviluppati 2 capitoli.
Il primo capitolo
Dal titolo UK30 (dove UK sta per Regno Unito e il numero 30 corrisponde ai giorni dedicati a Diary of a Move) si è svolto a Londra. Concepito come una prima esplorazione personale, per costruirne le basi e determinarne i parametri. La regista comincia a tenere un diario nel quale fissare un’azione scelta/selezionata nell’arco di una giornata per la durata di un mese.
Il secondo capitolo
Nel 2016 ebbe inizio il secondo capitolo dal titolo NOR14 | JP15 (dove NOR sta per Norvegia e JP per Giappone, i numeri corrispondono ai giorni dedicati a Diary of a Move nei corrispettivi Paesi). Questo passaggio è stato fondamentale per la continuazione del processo, per unire i pezzi e valutarne il potenziale.
L’artista si rese conto delle innumerevoli possibilità di registrazione e archiviazione di movimenti e peculiarità di due paesi distanti. Inoltre, dell’importanza di documentare/catturare informazioni. Realizza una presentazione pubblica per raccontare e condividere il diario, sottolineandone l’aspetto culturale, sociale, storico, geografico e di testimonianza collettiva.
Il terzo capitolo
Ebbe inizio durante il periodo di lockdown a marzo-aprile 2020. L’intenzione era di espandersi grazie alla partecipazione di uno straordinario gruppo di persone. Insieme hanno indagato, ognuno confinato nelle proprie stanze, case, paesi, città, su come ci siamo mossi in un momento storico come questo. Circostanza che ci ha coinvolti a livello globale con il controsenso di confinarci non solo nel nostro Paese ma dentro le nostre mura.
Diary of a Move è un processo creativo che ha costruito una comunità nella distanza accompagnando persone di diverso background culturale. Coinvolgendo diverse generazioni nell’archiviare, da prospettive personali e in modo creativo, gesti e movimenti. Condividerli con gli altri per costruire insieme un archivio di movimenti.
Il progetto riunisce cittadini che hanno vissuto l’isolamento sociale di Covid-19 invitandoli a tenere un diario dei movimenti per un periodo di 14 fino a 30 giorni. Diary of a Move genera processi creativi individuali, connette persone che non si sono mai incontrate prima vivendo in contesti diversi.
Diary of a Move è anche il frutto di una relazione con le istituzioni che promuovono la danza sul territorio, il festival OperaEstate e il Comune di Bassano del Grappa. Costruisce un senso di appartenenza a un gruppo, sviluppa un senso di responsabilità condivisa, sviluppa il senso di valore nel lavorare e condividere insieme, sviluppa la consapevolezza collettiva nella costruzione di un capitale culturale comune.
Masako Matsushita
L’artista si occupa di analisi del movimento attraverso processi di ricerca, progetti coreografici, installazioni performative ed esperimenti sociali. Crea strutture e ambienti per esplorare la presenza del corpo nel tempo e nello spazio attivando percezioni sensoriali, attraverso memoria e trasmissione, indagando modalità di archiviazione, collegando culture ed estetica, identità e tradizione.