Alle 17,40 tutto si è fermato, blackout globale
Alle 17,40 di lunedì 4 ottobre Facebook, Instagram e WhatsApp sono andati in down. Mentre poco prima dell’una di notte, ora italiana, hanno ripreso lentamente a funzionare. In tarda serata Mark Zuckerberg ha affidato le sue scuse a un post Facebook per il blackout globale.
“Scusate per l’interruzione, sappiamo quante persone fanno affidamento sui nostri servizi per restare connesse, ha scritto il ceo e fondatore del colosso di Menlo Park“. Allo stesso tempo sono arrivate anche quelle del capo di Whatsapp, Will Cathcart.
“Sono grato a tutti coloro che hanno lavorato duramente per riportare il nostro servizio all’affidabilità che ci contradistingue – commenta Cathcart-, ci ha ricordato quante persone e organizzazioni si affidano alla nostra app ogni giorno. Impareremo e cresceremo da questo”.
Secondo gli esperti di Acronis è possibile che il problema risieda nel protocollo BGP o DNS che sono obiettivi popolari tra i criminali informatici. Ci sono vari potenziali attacchi contro l’infrastruttura DNS. Dagli attacchi DDoS al rebinding DNS locale o all’hijacking di un DNS con il social engineering contro il registrar. Guardando le statistiche generali sono molto meno popolari dei comuni attacchi malware e ransomware, ma possono essere estremamente devastanti se hanno successo in un attacco sofisticato. “È come tirare il cavo elettrico della vostra sala server, l’intera impresa diventa improvvisamente buia, commenta Candid Wuest, Acronis VP of Cyber Protection Research”.
Protezione contro gli attacchi DNS
“La protezione contro gli attacchi DNS non è banale in quanto si presentano in molteplici sfaccettature -conclude Wuest-, richiede una forte autenticazione per proteggere i propri servizi. Inoltre una formazione contro gli attacchi social engineering, così come le classiche mitigazioni DDoS dai fornitor. A seconda di quale servizio si attacca, per esempio se si tratta di un server di autenticazione centrale condiviso tra più brand, come in questo caso, questo provoca un’ interruzione che porta più brand a essere offline”.