Un viaggio del gusto tra Sardegna, Madrid e le Baleari fino alla Madonna della panada. La presentazione di “Panada on the road” di Veronica Matta al Festival Premio Emilio Lussu.
Uno sguardo alle origini di uno dei sapori più caratteristici della Sardegna diventa un viaggio avvincente che accomuna l’isola con Madrid, Palma di Maiorca e Minorca, fino alla scoperta del singolare culto della Madonna della panada.
La presentazione di “Panada on the road” dell’antropologa e scrittrice Veronica Matta, ha portato gli spettatori alla scoperta di alcuni aspetti inediti riguardo al gioiello della dieta sardo-mediterranea.
Le origini della panada
Nell’esplorare la storia, le tradizioni e la cultura, lo studioso ebraico Pinhás Ben Abrahamle, ha presentato un’ipotesi molto affascinante sull’origine ebraica della panada. Ha rievocato il periodo della lontana inquisizione. A quando gli ebrei furono costretti a convertirsi al cristianesimo.
Alcuni approdarono a Cagliari, dove riuscirono a portare non solo la cultura ma anche l’alimentazione.
Secondo Pinhás, la panada era un piatto che poteva consentire una certa continuità nelle abitudini alimentari. Permette di nascondere all’interno sia il cibo sia l’utilizzo di determinate spezie che la tradizione cristiana preferiva evitare.
Tra i relatori è intervenuto padre Miquel Mascarò, custode del Santuario Hermita de Sant Honorat a Randa. Mascarò è il custode del culto mariano di Palma di Maiorca, presente dal 1980 in un santuario religioso caro non solo ai cristiani.
In questo luogo la statua della Vergine tiene in braccio il Bambin Gesù e nella mano destra sorregge una piccola panada. Viene onorata dalle popolazioni maiorchine durante il periodo pasquale. Ciò confermerebbe la forte valenza religiosa, antropologica e storica di questo piatto.
Il concetto di panada non è legato in particolare a una ricetta, quanto al metodo culinario e di conservazione del cibo all’interno della pasta di farina o di semola.
In serata la “Festa della Scuola popolare di poesia di Is Mirrionis” ha accolto come ospite Vito Minoia, presidente del coordinamento nazionale “Teatro in carcere”, che è intervenuto assieme a Gianni Mascia. La serata si è conclusa con Poetry Blues and roll, una narrazione poetica carica di suggestioni blues e rock a cura di Gianni Mascia e Salvatore Amara.