In aumento i casi di autolesionismo e depressione tra i giovanissimi, tra le principali cause ci sarebbe il periodo di lockdown che ha accompagnato l’emergenza Covid-19.
Il periodo di lockdown ha segnato soprattutto la vita dei più giovani, un esperienza che ha lasciato in eredità depressione e sconforto, che spesso degenerano in vero e proprio autolesionismo
I reparti di terapia intensiva si svuotano, i casi giornalieri diminuiscono e la vita economica e sociale lentamente riprende il rito di un tempo. Insomma, il periodo più critico sembra ormai solo un lontano ricordo. Tuttavia, le scorie dell’emergenza sanitaria permangono ancora nel tessuto sociale del paese. Interessano soprattutto i più giovani, costretti a un radicale cambiamento della loro vita proprio nel periodo più importante per loro, l’adolescenza.
La didattica a distanza, la chiusura dei luoghi di ritrovo e l’autoisolamento hanno contribuito a rafforzare un nuovo insidioso nemico. Parliamo dei disturbi dell’umore, ansia e depressione su tutti. L’età dei ragazzi più colpiti è sempre la stessa, 14 o 18 anni al massimo. Non tutti riescono ad affrontare la situazione e purtroppo sempre più ragazzi compiono il gesto estremo. Farmaci, coltelli e candeggina, ma anche semplice bagnoschiuma e tachipirina, tra gli “strumenti” più utilizzati.
A lanciare l’allarme è Carlo Locatelli, responsabile del Centro antiveleni e Centro nazionale di informazione tossicologica dell’Irccs Maugeri di Pavia, che in un intervista rilasciata all’ adnkronos sottolinea tutta la drammaticità del fenomeno.
Casi raddoppiati dopo il lockdown
Il dottor Carlo Locatelli, sempre per adnkronos Salute, ha messo a confronto i primi 4 mesi di più anni. Mentre si assiste ad una sostanziale stabilità di casi nel triennio 2014, 2015, 2016 assistiamo ad un impennata nel 2021. Anno che raggiunge il suo apice di caso nel mese di aprile, quasi 100 episodi segnalati. L’incidenza non è tuttavia omogenea tra i ragazzi. Le più colpite sono le ragazze, coinvolte in 4 casi su 5. A destare maggior preoccupazione è anche un altro dato, in quasi 8 casi su 10 i soggetti colpiti non mostravano “fattori di rischio noti”.
Una tendenza, quella dell’autolesionismo tra i giovanissimi, confermata anche da Carlo Fraticelli, direttore del Dipartimento Salute mentale e Dipendenze dell’Asst Lariana.
“Anche noi nella nostra struttura abbiamo riscontrato un aumento di accessi nei pronto soccorso pediatrici- esordisce Fraticelli- con un aumento delle consulenze degli specialisti di neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza”. Nei primi sei mesi del 2021 gli accesi ai pronto soccorso pediatrici sono stati 166, mentre due anni prima 280. Un dato che preoccupa. Un dato che non può lasciare indifferenti.
Se il periodo più buio sembra ormai alle spalle, gli strascichi sembrano ancora troppo presenti. Sta alle istituzioni ora trovare valide alternative per arginare il fenomeno. Un fenomeno che, se non affrontato subito, potrebbe segnare irrimediabilmente i prossimi anni del paese. E purtroppo per certi mali, non esiste vaccino che tenga.