Trilogia shakespeariana trash a Cagliari dal 20 al 24 ottobre
Meridiano Zero – compagnia con base a Sassari, formata da Marco Sanna e Francesca Ventriglia – propone B-tragedies.
La Trilogia shakespeariana trash sarà al Teatro Massimo di Cagliari. Il 20, 21, 22, 23 ottobre, alle ore 19 e il 24 ottobre, alle ore 17.
Distinta per merito nel contesto della Biennale del Teatro di Produzione in Sardegna, organizzata da Sardegna Teatro nell’autunno 2019, Meridiano Zero viene prodotta dal TRIC sardo. Mostra in scena B-tragedies-trilogia shakespeariana trash. In questa originale rappresentazione tre personaggi estrapolati dalle tragedie di Shakespeare – Macbeth, Amleto e Otello – vengono ritratti come mostruose e grottesche caricature.
Riflessione caustica sul ruolo dei classici e dell’efficacia del teatro nella contemporaneità, B-tragedies canta lo spaesamento, il senso di esclusione e di squilibrio che gli attori condividono con il pubblico.
Sulla scena restano soltanto gli avanzi di opere altissime. Macbeth e Lady Macbeth ormai vecchi e rintontiti intrecciano la loro quotidianità di ricette e cruciverba con un passato di assassini, senza più distinguere fra i fatti a loro accaduti, le notizie di cronaca nera, e la pura fantasia.
Amleto, un altro Amleto, uno di meno, Amleto che spera si arrivi un giorno alla fine, al punto in cui non rivivrà più, perché troppo stanco di essere incarnato, distorto, esaltato, smembrato. Questo Amleto inizia dalla fine; da per scontati gli avvenimenti che tanto sono sulla bocca di tutti. La storia che è poco più di una chiacchiera, i personaggi che semplicemente non si presentano in scena.
Otello e Desdemona sono due artisti mediocri. Personaggi senza fantasia e senza talento ma con un desiderio disperato di ambedue le cose. Sono a Cipro e non succede nulla. Lontani quei tempi in cui i Turchi assediavano le coste, non è rimasto nulla neanche una fortezza da difendere.
Solo la noia di chi sa di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Cipro come metafora dell’agognato luogo di residenza, in cui passare un breve periodo di “studio” e concentrazione, una scelta quasi obbligata a cui l’artista contemporaneo è costretto nella giungla di bandi, residenze, call, casting, giri a vuoto e promesse mancate.