Eccessiva burocrazia, pochi condomìni coinvolti, accessibilità garantita solo a redditi e regioni più ricchi
«I dati recentemente elaborati sul ricorso al Superbonus 110% in quest’ anno di applicazione mostrano una situazione molto chiara: il Superbonus 110%, architetti strumento potenzialmente straordinario per la riqualificazione del nostro edificato, ha fallito i suoi obiettivi primari, ossia il contrasto all’inquinamento atmosferico, il risparmio energetico, la messa in sicurezza del nostro Paese e il rilancio del settore edilizio».
Così Teresa De Montis, presidente della Federazione Regionale degli Ordini degli Architetti della Sardegna, protesta sulla complessità della norma che esclude tanti soggetti.
«Il bonus, nelle intenzioni del Governo, doveva interessare soprattutto gli edifici che secondo gli studi sono maggiormente inquinanti.
«Ma c’è anche il fatto che il rimborso al 110% ha determinato una minore attenzione alle spese con uno spreco di risorse pubbliche. Da questo punto di vista il Bonus facciate al 90% deve essere confermato con conseguente maggiore controllo sulla qualità dei lavori. In definitiva dobbiamo pretendere leggi scritte meglio, in cui non si perda di vista l’obbiettivo della norma e la sua funzione educativa rispetto alla collettività.
Architetti
A maggio scorso dei correttivi al 110%, che hanno reso meno complicato l’accesso all’agevolazione ma questo aumento non ha riguardato tutte le Regioni allo stesso modo. Secondo l’Osservatorio CPI (Osservatorio Conti Pubblici Italiani) a fronte di territori dove c’è stato un ricorso massiccio, in Sardegna questo non è avvenuto.
In Sardegna, per comodità, le grosse società hanno preferito concentrarsi sulle seconde case sulle coste, con conseguente riduzione degli effetti benefici voluti dalla norma. Inoltre si è rinunciato a utilizzarlo come possibile alleato contro lo spopolamento dei paesi interni.
Secondo l’Osservatorio CPI “l’86 per cento delle asseverazioni riguarda gli edifici unifamiliari e quelli funzionalmente indipendenti. È quindi ragionevole ipotizzare che famiglie con reddito più elevato abbiano beneficiato maggiormente della misura” .