Il Lussemburgo legalizza la cannabis
Il Lussemburgo è il primo Paese europeo a legalizzare la coltivazione della cannabis a uso personale
È ancora vietata la vendita della sostanza e dei prodotti diversi dai semi. L’obiettivo è tenere lontana la popolazione dal mercato illegale
Il Lussemburgo è diventato il primo Paese europeo a legalizzare la coltivazione di cannabis per i maggiorenni, consentendo il possedimento fino a quattro piante per uso personale nelle proprie abitazioni o giardini.
Lo ha annunciato il governo del Paese, che rende formalizza la volontà di acconsentire a una depenalizzazione, fortemente ostacolata dall’opposizione al governo.
Anche il commercio di semi sarà consentito senza alcun limite alla quantità o ai livelli di Tetraidrocannabinolo (THC), il principale costituente psicoattivo.
I semi potranno essere indistintamente acquistati nei negozi, negli store online o importati e coltivati limitatamente al luogo di residenza abituale, al chiuso o all’aperto, su balcone, terrazza o giardino.
Rimane invece in vigore il divieto
- di consumo
- trasporto di cannabis, o prodotti a base di cannabis, in pubblico
- la vendita di cannabis o di qualsiasi prodotto diverso dai semi.
I ministri della Giustizia e della Sicurezza interna hanno però annunciato l’intenzione di votare alla Camera per una riduzione delle sanzioni che colpiscono chiunque sia trovato in possesso di meno di tre grammi di cannabis fuori dalla sua abitazione.
Nuove sanzioni per i trasgressori
Si ipotizza una sanzione leggera, da 25 a 500 euro – contro quella attuale, che va da 251 a 5mila euro – e il sequestro della sostanza.
La nuova legge ha
- il desiderio di liberalizzare il consumo e la coltivazione «entro le proprie quattro mura»,
- ma soprattutto dalla volontà di tenere quanto più possibile le persone lontane dal mercato illegale della sostanza.
Le autorità non hanno nascosto che l’annuncio era stato spesso rimandato a causa di pressioni internazionali.
Per lo stesso motivo si preannuncia anche l’intenzione di consentire la produzione domestica di semi per scopi commerciali.
Attualmente, è previsto un sistema di produzione e distribuzione regolamentato dallo stato, per garantire l’alta qualità del prodotto e poter investire i soldi dei ricavi «principalmente in prevenzione, istruzione e assistenza sanitaria nel vasto campo delle dipendenze», affermano fonti del governo citate dal Guardian.
Si tira fuori, quindi, dai vincoli della convenzione
Il Lussemburgo, insieme a Canada, Uruguay e 11 Stati Usa, si tira fuori, quindi, dai vincoli della convenzione delle Nazioni Unite sul controllo degli stupefacenti, che impegna i firmatari a limitare «esclusivamente per scopi medici e scientifici la produzione, fabbricazione, esportazione, importazione, distribuzione, commercio, impiego e detenzione di droghe», inclusa la cannabis.
L’Italia rientra, invece, tra i Paesi che ancora vietano la coltivazione e l’utilizzo anche a scopo ricreativo. La raccolta firme per il Referendum sulla legalizzazione della cannabis – promossa, tra gli altri, dai Radicali e dall’Associazione Luca Coscioni – ha attualmente ottenuto oltre 620mila firme, che verranno depositate in Cassazione entro il 28 ottobre.