Un mondo distopico in “Apparatus Matri” della compagnia romana Focus_2. Liberamente ispirato a “La casa di Bernarda Alba” di Federico García Lorca. Sotto i riflettori Valentina Favella, Anna Gualdo, Eleonora Gusmano e Ania Rizzi Bogdan, danno vita, insieme a un gruppo di performers isolani, a un avvincente racconto imperniato sul sogno di una civiltà matriarcale
Civiltà dominata dalle donne, in contrapposizione al sistema di potere della tradizione patriarcale, che vede le donne sottomesse all’autorità di padri, fratelli o mariti. Questo nonostante lunghe lotte per la conquista dell’emancipazione e della parità. La pièce – liberamente ispirata a “La casa di Bernarda Alba” di Federico García Lorca – con musiche originali di Lorco e oggetto scenico di Abramà, costumi di Ania Rizzi Bogdan e tessuti di Valeria Leonenko.
Racconta una sorta di “società delle donne”, una comunità al femminile creata e guidata da Mater che alla morte del secondo marito si accinge a realizzare il suo progetto, l’Operazione Angelus, con un’azione che dovrebbe portare all’affermazione delle Matreie sulla ribalta nazionale.
“Apparatus Matri” – frutto di una drammaturgia collettiva, con la regia di Eleonora Gusmano. Mater rinnega e rifiuta la società maschilista da cui proviene e immagina un mondo senza uomini. Ma finisce per imporre a tutte, comprese le sue stesse figlie, le sue scelte. Sottoposte a un rigorosa disciplina, senza prevedere per loro alcuna autonomia di pensiero o di azione. Come fossero le sue suddite e lei stessa si ritenesse, inconsciamente o meno, l’unica e incontrastata regina.
L’opera
La visione di Mater è apparentemente in contrasto con la cultura patriarcale e l’ipocrisia e il moralismo della società. Infatti, nella realtà quotidiana deve fare i conti con le sfaccettature del carattere e della psicologia femminile. La sua stessa personalità, così dura e autoritaria, inflessibile, non la predispone all’ascolto o alla comprensione.
Ella applica i suoi principi e i suoi metodi pure sulle giovani nate e cresciute, loro malgrado, entro quelle mura. Quel microcosmo da lei inventato è tutt’altro che democratico. Un gineceo, protetto dagli sguardi del mondo, ma non dall’astuzia e dall’arguzia delle vicine, che sanno, intuiscono, prevedono quel che potrebbe accadere.
Il titolo latino “Apparatus Matri” – spiega la regista Eleonora Gusmano – punta a «sottolineare appunto l’arcaicità di questo sistema distopico che vuole essere rivoluzionario ma degenera in senso quasi reazionario: come un immenso orologio a cucù o macchina infernale i personaggi entrano e escono dalla scena, nel passaggio da spettatori a attori di un meccanismo degenerativo immanente che sembra impossibile da fermare».
“Apparatus Matri” va in scena alla Silvery Fox Factory di Cagliari, sabato 30 ottobre alle 19 e domenica 31 ottobre alle 18 e alle 20 alla Silvery Fox Factory in via Giulio Dolcetta 12 a Cagliari. Un triplice appuntamento realizzato in collaborazione con Ferai Teatro.