“Epopea di un contadino sardo alla grande guerra”. Il racconto della prima guerra mondiale con le parole di un fante della Brigata Sassari. Sabato 30 ottobre alle 21 a Cagliari
La Storia in scena con Bachisio Spanu è “Epopea di un contadino sardo alla grande guerra”. Il racconto della prima guerra mondiale con le parole di un fante della Brigata Sassari. Egli ricorderà la dura vita di trincea, tra l’eroismo dei soldati e l’inadeguatezza dei comandi. Il coinvolgente spettacolo del Bocheteatro, con regia e drammaturgia di Marco Parodi, sarà in cartellone sabato 30 ottobre alle 21 al TsE di Is Mirrionis in via Quintino Sella a Cagliari. Un nuovo appuntamento con la Stagione 2021-2022 di “Teatro Senza Quartiere” organizzata dal teatrodelsegno con la direzione artistica di Stefano Ledda.
Lo spettacolo
Sotto i riflettori l’attore nuorese Giovanni Carroni nel ruolo di un un fante della Brigata Sassari. Tra flashback visionari e personali considerazioni, in una sorta di diario dal fronte, racconterà la sua verità sulla prima guerra mondiale.
Liberamente tratto da “Un anno sull’Altipiano” di Emilio Lussu con inserti dal monologo “Roccu ‘u stortu” di Francesco Suriano. Lo spettacolo rievoca una pagina tragica della Storia d’Europa attraverso la testimonianza di un soldato che ha sofferto la fame e il freddo nelle trincee. Ha sperimentato la paura e la disperazione, guardando la morte in faccia tra il rumore degli spari e il crepitio delle mitragliatrici.
Un racconto vivido e coinvolgente, in cui il ricordo dei momenti più drammatici si intreccia alle amare riflessioni sul senso del conflitto, sull’inutile sacrificio di vite umane per ridisegnare scenari equilibrati.
La grande e terribile avventura bellica ha trasformato il mondo e la società. Ha lasciato segni indelebili nel paesaggio, ma soprattutto nella coscienza di contadini, operai, studenti etc. Sono stati strappati al loro lavoro e alle loro occupazioni. Hanno sperimentato sulla propria pelle la distanza tra i proclami e gli inni eroici, e la prosaica e crudele realtà.
La narrazione
La narrazione non segue il filo cronologico, non è una semplice cronaca degli avvenimenti. Nasce dall’urgenza, dal riaffiorare di pensieri ed emozioni. Il soldato Bachisio Spanu descrive, con parole semplici, la “sua” guerra, la dura esperienza della vita di trincea, dove ogni istante poteva essere l’ultimo. Un periodo in cui il colpo di un cecchino o il lancio di una granata potevano sfiorare o uccidere. La sopravvivenza era figlia del caso, o della fortuna. L’ansia e la paura si confondevano con la noia delle lunghe ed estenuanti attese, in quel fronteggiarsi di nemici invisibili e, in fondo, fratelli.
I temi dello spettacolo
Sulla falsariga del romanzo-memoriale di Emilio Lussu, lo spettacolo affronta temi cruciali. Da un lato l’inutilità e assurdità della guerra, dall’altro il contrasto tra il valore e il coraggio dei soldati e l’inadeguatezza dei comandi. E sarà messa ancor più in evidenza dalla rigida gerarchia e dell’esasperata disciplina militare.
La Grande Guerra a un prezzo altissimo e insostenibile ha avuto il paradossale effetto collaterale di riunire in un certo senso l’Italia e gli italiani chiamati alle armi. Sono costretti a condividere situazioni estreme nel fuoco incrociato degli eserciti, scoprendosi male armati e male equipaggiati. Erano in balia di comandanti spesso incapaci, ma pronti a far massacrare inutilmente centinaia di uomini per conquistare o mantenere una posizione.
Gli errori strategici e l’inadeguatezza dei mezzi son stati la causa maggiore delle perdite. E l’eroismo dei singoli si contrappone all’ impreparazione degli alti comandi, legati ad una visione anacronistica delle tecniche di combattimento, e dell’onore militare: il moderno gioco delle armi già agli inizi del Novecento implica l’uso di tecnologie e strumenti sempre più raffinati, e fatali.
La guerra di trincea, con i due eserciti schierati uno di fronte all’altro in una logorante attesa, crea una dimensione fuori dal tempo, nell’immobilità, e scomodità delle postazioni, dove paradossalmente gli uomini imparano a conoscersi davanti alla prova del fuoco.
I sardi hanno modo di dar prova di straordinaria bravura, nasce l’epopea della Brigata Sassari, anche se poi al termine del conflitto le promesse non verranno mantenute, e l’Isola , come la Penisola, si troverà a fare i conti con la povertà, le campagne abbandonate, i reduci e i mutilati che stentano a reinserirsi nella società, le vedove e gli orfani.
Trama dello spettacolo
Bachisio Spanu, attraverso le parole di un fante della celeberrima Brigata Sassari, un contadino sardo mandato a combattere contro un nemico sconosciuto, disegna un vivido affresco dell’Italia al fronte, in quella terribile guerra fatta di “fango e cognac”: i suoi ragionamenti sulla lucida follia che spinge gli uomini ad uccidersi l’un l’altro, e a farsi uccidere per un ideale, lasciano il posto alla ricostruzione, vibra