Team di bologna nuovo dispositivo
Team di Bologna deposita brevetto per un nuovo dispositivo di protezione facciale
Una ‘ragnatela’ fitta intessuta con il rame
‘ricamata’ in due strati
racchiusi fra altri due di materiale isolante, e agganciata a un occhiale percorso da impulsi elettronici a bassa tensione.
Stimoli che permettono all”oro rosso’ di esprimere le sue note proprietà germicide, particolarmente preziose ai tempi di Covid-19.
Nuovo brevetto d invenzione industriale
Si presenta così, come un sistema ‘2 in 1‘ utile a coprire al contempo gli occhi da un lato, e il naso e la bocca dall’altro, il sistema di protezione facciale protagonista di un brevetto d’invenzione industriale depositato al ministero dello Sviluppo economico da un team bolognese.
Una soluzione 100% made in Italy, spiega all’Adnkronos Salute Matteo Paggi, inventore del dispositivo “pensato per il comparto medico-ospedaliero – precisa – ma anche per chiunque desiderasse una mascherina tecnologica con proprietà superiori” a una classica ‘chirurgica’.
In era Covid “sono state realizzate tantissime soluzioni, al 90% di matrice cinese, a volte di dubbia efficacia. Insieme ai miei collaboratori,
E’ stato ideato un nuovo dispositivo di protezione facciale che garantisce un’elevata difesa proprio per le caratteristiche tecniche su cui si basa, e l’abbiamo presentato alla Bugnion Spa di Bologna.
Qui gli ingegneri Barbara Casadei e Simone Milli, professionisti preparatissimi che ci tengo davvero a ringraziare, hanno ritenuto che non esiste nulla del genere sul mercato e hanno redatto il nostro progetto”, così da indirizzarlo all’Ufficio brevetti e marchi del Mise.
Successivamente al deposito, l’invenzione a note aziende farmaceutiche o elettromedicali, sperando che possano supportarla attraverso la loro rete di produzione e distribuzione”.
Fra i segni particolari della mascherina c’è “la garanzia di un ingombro minimale sul viso, perché copre esclusivamente naso e bocca
Mentre l’occhiale “è personalizzabile in modo da supportare anche lenti da vista”, nel caso in cui chi lo usa abbia bisogno di occhiali graduati.
Ma perché l’oro rosso?
“Il rame – ricorda l’ideatore del nuovo dispositivo – è un materiale sul quale qualsiasi organismo patogeno non può sopravvivere”.
Paggi e colleghi hanno “affiancato a impulsi elettrici a bassa tensione, regolabili e generati da una struttura posta all’interno di un paio di occhiali standard, personalizzabili”.
Al centro dell’occhiale c’è un sistema di aggancio-sgancio della mascherina, fatta di due strati di maglia di rame fittissima ed estremamente sottile posti fra altri due strati di materiale isolante simile a quello di una mascherina chirurgica, che permette una respirazione agevole.
Sagomata dunque in modo da coprire soltanto naso e bocca.
La maschera promette anche “una tenuta aderente al viso” grazie a elastici che partono dalla zona inferiore, al lati della bocca, per arrivare alle orecchie.
E “in caso di rottura o malfunzionamento, grazie al meccanismo di aggancio-sgancio posto sul nasello degli occhiali, la sola mascherina può essere tolta e sostituita.
“In questo momento di emergenza sanitaria è particolarmente importante per noi far conoscere questo dispositivo, perché cosi i medi hanno anche modo di curare senza rischi chi si ammala”.