Mark Zuckerberg ha infatti annunciato lo storico cambio di nome dell’azienda in Meta.
Una frattura col passato che arriva in un momento in cui l’azienda sta subendo una forte pressione mediatica dove la pubblicazione dei “Facebook Files” ha sollevato un gran polverone.
E questo “lifting” passa anche per l’abolizione del meccanismo di riconoscimento facciale. Meta, tramite una nota ufficiale, ha infatti dichiarato che nelle prossime settimane smantellerà il software incaricato delle “Tag Suggestions”, e cioè quella feature che sfrutta il riconoscimento facciale per suggerire agli utenti quali amici compaiono nelle foto.
Saranno cancellati più di un miliardo di modelli di riconoscimento facciale individuali. Questa modifica avrà un impatto anche sul testo alternativo automatico che crea descrizioni di immagini per le persone non vedenti e ipovedenti.
La funzione di riconoscimento facciale aveva già suscitato in passato legittime perplessità legate alla privacy, e solo nel 2018 Facebook aveva fatto il primo passo indietro consentendo agli utenti la possibilità di disattivarla.
All’inizio dell’anno scorso si è risolta a danno di Facebook una causa intentata dai residenti dell’Illinois nel 2015 contro il social proprio su questo tema, con l’accusa di raccolta dei dati biometrici degli utenti senza una preventiva richiesta scritta, come invece previsto dalle leggi dello Stato. La società di Menlo Park è stata costretta in virtù di questa vicenda a sborsare 550 milioni di dollari.
Probabilmente non è tanto il danno pecuniario ad aver convinto Meta a questo cambio di direzione, quanto quello di immagine e la necessità di sgravarsi da possibile rivendicazioni future oltre che di alleggerire la pressione che l’azienda sta subendo in tema di privacy. Meta afferma che attualmente si rende necessario “valutare i casi d’uso positivi per il riconoscimento per il riconoscimento facciale rispetto alle crescenti preoccupazioni della società, soprattutto perché i regolatori devono ancora fornire regole chiare“.