Elisa Deidda e Matteo Marrocu, sono i vincitori del Premio Alessandra e Valentina Marini. Il prestigioso riconoscimento premia le loro tesi di laurea sulla Beta-Thalassemia.
Elisa Deidda e Matteo Marrocu hanno vinto il premio Alessandra e Valentina Marini per la loro tesi di laurea sulla Beta-Thalassemia, la cerimonia si è svolta a Palazzo Belgrano alla presenza del Direttore Generale e i dei Prorettori alla Didattica e alle Attività sanitarie
Il premio Alessandra e Valentina Marini è assegnato, ormai da due anni a questa parte, alle nuove leve di medici, ricercatori e personale sanitario. Quest’anno il prestigioso riconoscimento è stato vinto da Elisa Deidda e Matteo Marrocu. La prima ha presentato una tesi su “Variabilità fenotipica del chimerismo dopo trapianto di midollo osseo per Beta-thalassemia in singolo centro pediatrico”. Il secondo invece ha sviluppato il suo progetto di ricerca su “Passato e presente del sovraccarico di ferro nella Beta-thalassemia major”.
Le reazioni al premio
A esprimere soddisfazione per il riconoscimento sono anche le autorità universitarie, a partire dal Prorettore per le attività sanitarie Giorgio La Nasa. “Il lavoro svolto – ha detto – ha coinvolto la Commissione giudicatrice nella condivisione dell’entusiasmo col quale hanno saputo approfondire le tematiche oggetto di tesi. Il nostro augurio è che possano conseguire nuovi e maggiori riconoscimenti in un settore disciplinare bisognoso di sempre nuova linfa per il benessere della collettività”.
Soddisfazione anche da parte di Ignazio Putzu Prorettore per la Didattica e Aldo Urru, Direttore Generale dell’Università di Cagliari. Ad intervenire anche Susanna Barella, responsabile della Direzione della Struttura Semplice Dipartimentale Talassemia del Presidio Ospedaliero “Antonio Cao”. La Barella ha rimarcato come l’ateneo di Cagliari sia in prima linea nella formazioni di studiosi in medicina. “I sacrifici affrontati durante gli anni di studio – ha detto – costituiscono il denominatore comune di quanti hanno contribuito al miglioramento delle condizioni e delle aspettative di vita dei pazienti talassemici”.