Il più importante anniversario per la storia dell’informatica italiana
Sabato 13 novembre ricorrono i 60 anni del primo computer italiano a scopo scientifico. L’evento era considerato così importante che per la CEP, Calcolatrice Elettronica Pisana, ci fu anche la visita dell’allora Presidente della Repubblica.
Il progetto pisano della CEP vide fra i suoi primi collaboratori l’ingegnere italo-cinese Mario Tchou. Nell’ambito delle celebrazioni in programma il 13 novembre al Polo Congressuale Le Benedettine infatti si ricorderà anche questo illustre scienziato. È nato grazie anche all’interessamento di Enrico Fermi e di Adriano Olivetti che nella città toscana avrebbe aperto un laboratorio di ricerche avanzate nel campo dell’elettronica.
Il convegno
Il convegno è organizzato nell’ambito dell’Internet Festival 2021 dall’Università di Pisa in collaborazione con l’Istituto di Informatica e Telematica (CNR-IIT) e l’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione “A. Faedo” (CNR-ISTI). Infine con l’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “M. Picone” (CNR-IAC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il programma prevede la presentazione della graphic novel di Ciaj Rocchi e Matteo Demonte “La macchina zero” e l’anteprima di “Pionieri dell’informatica. Uomini e donne all’alba della rivoluzione digitale”.
In quelle circostanze l’ archeologo informatico Maurizio Gazzarri presenterà la ricostruzione storica di quegli anni basata su fonti archivistiche e testimonianze dirette che videro la nascita dei primi computer italiani.
“Celebrare i 60 anni della Calcolatrice Elettronica Pisana non è solo il modo di ricordare una bella storia di scienza e tecnologia, ma anche l’occasione per imparare dal passato -spiega Gazzarri-, un progetto realizzato grazie al contributo degli enti locali della costa toscana come Pisa, Livorno e Lucca che investirono 120milioni di lire, l’equivalente di 2 milioni di euro. Non solo anche grazie alla lungimiranza dell’Università di Pisa, alla collaborazione con la società di Adriano Olivetti e al lavoro di giovani capaci. Un’unità di intenti e un esempio di intelligenza collettiva, utili anche attualmente, in questa fase di ripartenza”.