Ritorna a Cagliari il V-art, il Festival Internazionale Immagine d’Autore diretto dal regista Giovanni Coda. Dal 17 al 19 novembre la 26° edizione di uno dei più importanti e storici festival del cinema.
Ritorna a Cagliari il V-art Festival Internazionale Immagine d’Autore, l’evento diretto dal regista Giovanni Coda è arrivato ormai alla sua 26 edizione
Tre film, uno per ogni serata con inizio alle 18.00, che puntano l’obiettivo sulla militanza di genere, sulle discriminazioni e sulle diversità. Temi molto cari a Coda, regista e fotografo pluripremiato nel mondo che quest’anno ha festeggiato il trentennale della sua attività artistica. “Ventiseiesima edizione in presenza con un programma ricco e variegato che vuole rendere omaggio alla comunità LGBT. Il tutto attraverso un percorso che è iniziato in streaming con la mia monografica ufficiale per il “pride month” e che prosegue in linea con quella che è la mission del festival, ovvero uno sguardo sul cinema indipendente e sul neo- cinema sociale”, commenta Giovanni Coda.
Si parte il 17 novembre con la presentazione del volume “Il salotto di Giò Stajano” di Willy Vaira. Dal 1972 al 1975 Giò Stajano, tiene su “Men”, settimanale per “soli uomini”, la rubrica “Il salotto di Oscar W. Spolverato da Giò Stajano”.
È la prima volta nell’Italia degli anni Settanta che la stampa dedica uno spazio esclusivo al mondo omosessuale. Emerge un Paese che costringe a nascondere il proprio orientamento sessuale nel contesto affettivo e lavorativo. Nel libro vi è una scelta delle lettere di “Il salotto”.
La presentazione con l’autore Willy Vaira
Presentazione con l’autore Willy Vaira, insieme a Giovanni Minerba, regista e fondatore con Ottavio Mai del Lovers Film Festival. Segue la proiezione del film “Il fico del regime”, regia di Giovanni Minerba e Ottavio Mai. Un documentario dedicato a Giò Stajano, scomparsa nel 2011 all’età di 79 anni. Nata Gioacchino Stajano Starace, nel 1959 pubblica il racconto autobiografico apertamente gay “Roma capovolta”, subito sequestrato per oltraggio al pudore. Fellini gli chiede di interpretare se stesso in un cammeo della Dolce Vita. Negli anni Ottanta cambia sesso assumendo il nome di Maria Gioacchina e nel ’92 pubblica “La mia vita scandalosa”.
Il 18 novembre il film “Gli anni amari”, regia di Andrea Adriatico (2019) dedicato alla vita e ai luoghi di Mario Mieli. Una personalità di grande rilievo nell’Italia degli anni Settanta, tra i fondatori del movimento omosessuale nostrano. Nato nel 1952 a Milano e morto tragicamente suicida nel 1983, prima dei trentun anni, fu intellettuale, scrittore, provocatore, ma soprattutto pensatore e innovatore dimenticato. La pellicola ne segue i passi a partire dall’adolescenza al liceo classico. La gioventù e la vita notturna sfrenata, quando ancora omosessualità era sinonimo di disturbo mentale. Mario è protagonista assoluto, attorno al quale gravitano nomi e volti di amici e compagni che, con lui, hanno contribuito a cambiare la storia.
Ultimo appuntamento
Ultimo appuntamento il 19 novembre con la proiezione del film “Stonewall”, regia di Roland Emmerich (2015). La pellicola narra le vicende dei moti di Stonewall, del 1969, una serie di violenti scontri fra gruppi di omosessuali e la polizia di New York. La trama vede un adolescente gay (Jeremy Irvine), il quale cacciato dai suoi genitori, lascia la piccola città dell’Indiana per il Greenwich Village di New York, dove la crescente discriminazione contro la comunità Lgbtqi porta a rivolte il 28 giugno 1969, data simbolica da cui prende vita il Gay Pride.