Riflettori puntati sull’attore Stefano Farris e sul musicista e cantautore Luca Marcia diretti da Giacomo Casti
Lo spettacolo “Ballata del giudice bandito”, in cartellone a San Sperate alla stagione teatrale Antas Apertas. Prende spunto da “Apologo del giudice bandito”, il primo romanzo di Sergio Atzeni pubblicato da Sellerio nel 1986. L’appuntamento con la messa in scena della produzione targata Antas Teatro sarà questo fine settimana nello spazio della compagnia in via Arbarei 10.
Riflettori puntati sull’attore Stefano Farris e sul musicista e cantautore Luca Marcia diretti da Giacomo Casti. ” “Che tutto cambi, perché nulla cambi” è il motto gattopardesco che meglio sembra adattarsi alla Cagliari – alla Caller, come dicevano i catalani del 1492 -scrive Giacomo Casti raccontando la genesi dello spettacolo-, città che Sergio Atzeni racconta nel suo primo romanzo, “Apologo del giudice bandito” “.
La Cagliari ispanizzata
“Il 1492 è una data storicamente esplicita e riconosciuta come avvio della modernità. Non solo dell’età moderna, ma che nella verità del romanzo assume un senso paradossale. In quello stesso anno mentre Colombo cercando il levante, trova il ponente, in quella Cagliari ispanizzata, gli inquisitori processano nientemeno che le cavallette. Le cavallette erano considerate colpevoli di infestare l’Isola. Questo medioevo processuale -continua il regista-, trova quindi il suo corrispettivo nei modi di vita e negli atteggiamenti di tutti i personaggi dell’affresco atzeniano. Tra questi gli hidalgos spagnoli, i soldati, i giudici sardi e i disperati della città”.
“In questo medioevo sardo non è difficile riconoscere comportamenti e caratteri totalmente contemporanei -conclude-, la modernità non è mai iniziata allora ed il Medioevo non è mai finito. Così ci ritroviamo dunque nel nostro studio narrativo e musicale sul romanzo a seguire la storia di due rampolli della Cagliari-bene dell’epoca e a domandarci se quanto ci raccontano sia accaduto più di cinquecento anni fa in un passato fumoso. Allo stesso tempo a pensare magari che se ne sia letto sbadatamente sulle pagine di cronaca del quotidiano locale senza prestargli molta attenzione”.