La Fondazione Sardegna Film Commission
in collaborazione con l’Associazione dei sardi in Torino A.Gramsci e con Sardegna Ricerche in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, organizza l’evento WE CAN ,
Mai più violenze contro le donne presso la sede dell’ex Manifattura Tabacchi, in viale Regina Margherita 33 a Cagliari.
La violenza sulle donne è sulle cronache quotidiane e si manifesta secondo articolati aspetti.
Il femminicidio è una delle sue più tragiche espressioni.
In tantissime culture la donna è considerata al pari di un oggetto:
- gli viene preclusa l’istruzione,
- viene venduta
- sfruttata con la compiacenza di sistemi socioculturali che la relegano ai margini della società.
Altre volte la violenza è latente. La donna è ancora oggi troppo spesso subalterna all’uomo, sia nella gerarchia dei ruoli lavorativi che nel riconoscimento economico.
Tuttavia, le società occidentali stanno attuando delle politiche che vanno nella direzione del cambiamento
di impostazione,
il cambiamento è possibile con gli strumenti appropriati e con iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla problematica.
L’arte è sicuramente uno dei linguaggi che riesce a trasmettere dei contenuti sia poetici che di denuncia sociale con efficacia e immediatezza.
Tematica della violenza contro le donne
Da ciò nasce la proposta che la Fondazione Sardegna Film Commission, in collaborazione con l’Associazione dei sardi in Torino A.Gramsci e con Sardegna Ricerche, rivolge alla città di Cagliari con l’intento di creare un momento di sensibilizzazione condivisa sulla tematica della violenza contro le donne, in occasione della giornata mondiale del 25 novembre 2021, e di valorizzare le eccellenze culturali e artistiche sarde.
L’Associazione A. Gramsci, che da 50 anni promuove e sostiene iniziative a carattere etico e sociale, sia nella città della Molec he in contesti allargati attraverso progetti internazionali, con l’evento, We can: mai più violenze contro le donne, intende regalare l’opera “Symbolum” dell’artista bosana Stefania Spanedda.
Messaggi di denuncia sociale sulla condizione delle donne
La ceramista, direttrice artistica del Premio internazionale di Arte Ceramica fratelli Melis di Bosa, dirigente dell’associazione Gramsci e membro del MessyLab – collettivo di Ceramiche in Torino, da anni lavora sulla simbologia della Dea madre sarda per trasmettere dei messaggi di denuncia sociale sulla condizione delle donne (famosa l’opera “Donne spezzate XXVI”, esposta ai giardini Scillato di Salerno in memoria delle 26 donne morte sulla costa partenopea durante uno dei viaggi della speranza).
Symbolum è un’opera evocativa che riesce a trasmettere con immediatezza la distorsione generata da questo fenomeno. Il simbolo archetipico è spezzato, scomposto, proprio per trasmettere l’idea di sopruso e violenza che alcune donne sono costrette a subire ancora oggi.