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X Factor 2021: gli artisti più amati da giuria e critica

Quindicesima edizione, tre concorrenti per squadra, quattro giudici: Hell Raton, Emma, Mika e Manuel Agnelli per consacrare sul piccolo schermo il volto del più talentuoso.

Il pubblico elegge il preferito nelle chiacchiere informali tra amici, la giuria e la critica, invece, scelgono  l’artista più bravo sul piano canoro e musicale. Per farlo hanno beneficiato anche di consigli e opinioni esterne come quelle di Damiano e Fabio D’Innocenza, registi vincitori dell’Orso d’argento per la sceneggiatura di Favolacce alla Berlinale 2020, Salvatore Esposito, protagonista di Gomorra – La serie,  Marco Giallini, attore con l’attitudine rock ‘n’ roll, e Simone Marchetti, Direttore editoriale d’Europa per Vanity Fair e Direttore di Vanity Fair Italia. Ma il compito finale spetta ai quattro giudici. Il resto sono chiacchiere da salotto. 

In questo accenno piovoso di autunno-inverno, quando il freddo torna protagonista, quando il trinomio divano-trapunta-tazza calda torna ad essere l’amico inseparabile delle serata casalinghe, indovinare i favoriti del talent diventa un passatempo piacevole. Al di là dei gusti personali, possono servire anche i pareri tecnici e perfino statistici di chi se ne intende davvero. É il caso di alcuni portali specializzati, che mettono a disposizione opinioni di esperti e pronostici aggiornati che consentono di provare a capire con anticipo chi possa essere il vincitore di X Factor 2021. Può essere davvero il modo giusto per vantarsene con gli amici. Ma al di là dei potenziali vincenti, chi sono realmente i più amati da giuria e critica?

Gli inediti

Rolling Stones si è cimentato nel bizzarro e appassionante articolo “Gli inediti di X Factor 2021, dal peggiore al migliore” in cui l’autore sguinzaglia tutto il suo estro e il piglio critico musicale per valutare, smontare, costruire e decostruire le caratteristiche canore e d’immagine dei protagonisti del talent. Una carrellata ascendente che culmina con i nomi dei più bravi, quelli che oggettivamente concorrono al podio: fra tutti, spiccano Erio, uno che a quanto pare sa davvero cosa sta facendo sul piano musicale, e Fellow, apostrofato candidamente come l’alter ego maschile di Adele.

Erio con i suoi falsetti alla Mango in “Amore vero” e Fellow emozionante con “Fire”, un pezzo scritto e dedicato per i più sensibili, per chi nel nuovo millennio ha ancora un’anima. Erio è il proverbiale asso nella manica di Manuel Agnelli: una voce in grado di emozionare e convincere dai primi casting. Se era difficile ipotizzarlo fuori dai live show è altrettanto lecito immaginarlo favorito per la finalissima. Un potenziale da tenere a bada.

Considerando gli artisti sopravvissuti alle pungenti eliminazioni della giuria, è opportuna una doverosa liason per comprendere le minime sfaccettature degli altri protagonisti in gara di X Factor, che poi non è altro che la versione italiana dell’originale programma inglese The X Factor, altrettanto foriera di successo in terra d’Albione. I nomi in ballo sono quelli di Bengala Fire, Baltimora e gIANMARIA.

I giochi di parole

Un trittico ispirato alle geografia e al neologismo grammaticale che gioca con minuscole e maiuscole, un’ultima spiaggia da elementari per emergere nella banalità dell’ordinario. Bengala Fire piace alla giuria perché si ispira a quel rock che a sua volta piace tanto alle riviste di settore. Rock è ovviamente il loro pezzo: “Valencia”.

Di nuovo geografia? Baltimora è l’altro che punta al podio. “Altro”, come il titolo della sua canzone. Piace alla giuria perché sembra avere contenuti interessanti da esprimere e difficili da esprimere. Chiusi come “la cartaccia” che tiene in tasca e non butta mai. gIANMARIA non sembrava inizialmente tra i top player, poi la strada si è fatta più in discesa e “Suicidi” ha fatto vittime tra le preferenze dei giudici. Il suo monologo canoro si trova su Spotify, certo, ma non è detto che la raccomandazione digital sia l’ago della bilancia. Insomma, per capire chi sono i più amati da giuria e critica bisognerà come al solito aspettare solo la fine.

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