Nuova versione e nuove tappe in programma a Sassari
Di ritorno a Sassari “Il Grande Spettacolo della Fine del Mondo“, produzione di Theatre en vol. Theatre en vol non si ferma ed anzi rilancia dando vita e forma a nuovi appuntamenti utili a far conoscere questa nuova piccola grande fatica che tanti applausi ha raccolto nelle sue prime uscite. Nuove presentazioni dello spettacolo, in una nuova versione, sono fissate presso il nuovo spazio in via Giuseppe De Martini 13 (località San Giorgio) per venerdì 3, mercoledì 8 e domenica 12 dicembre.
“Il Grande Spettacolo della Fine del Mondo” sarà presentato inoltre nella sede centrale del Liceo Artistico di Sassari giovedì 9, venerdì 10 e sabato 11 dicembre. L’evento è inserito nel quadro di un progetto che abbraccia i temi di cittadinanza e costituzione. Poi, a partire dal mese di gennaio, comincerà un percorso di alternanza scuola lavoro durante il quale le attività si concentreranno su habitat immaginari da studiare e realizzare in spazi pubblici.
Gli attori sono: Céline Brynart, Alessandro Doro, Michèle Kramers, Joao Luis Paulo, Camilla Piredda e Puccio Savioli. Mentre la regia è di Theatre en vol, le scenografie sono di Puccio Savioli. Paesaggi sonori e musiche originali di Luca Vargiu; interventi vocali di Daniela Pes; testi e voce fuori campo di Sergio Garau. Luci di Tony Grandi e Valeria Bella; infine il progetto grafico è di Andrea Niccolai. Al team artistico originariamente coinvolto nello spettacolo si aggiunge una compagnia internazionale con attori provenienti da Belgio, Italia, Mozambico e Paesi Bassi.
La trama
È uno spettacolo che affronta in maniera tragica, ironica e grottesca il tema del cambiamento climatico. Lo fa in una interpretazione originale del conflitto tra chi passa su questa terra con pesantezza e noncuranza e chi la celebra e la cura come madre terra. Non solo è ispirato al mito della dea Cerere e al ratto di Proserpina, sua figlia, da parte di Plutone, dio degli inferi, raffigura una lotta tra inferi e amore, tra vita e morte, tra catastrofe e sogno come incarnata dal conflitto tra due popoli. Il Popolo della Gioia o della Primavera e il Popolo degli Inferi o dell’Inverno Eterno.
Riguarda un’operazione di teatro agit-prop valorizzata da una particolare cura della qualità teatrale. Un teatro interdisciplinare che lavora sul confine, immerso nella vita, legato intimamente alla vita dei cittadini che però non perde mai il suo essere poesia. Coniuga ricerca e lavoro intorno a una riflessione artistica legata a temi che toccano i cittadini in maniera diretta o indiretta con una grande trasversalità.