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Uno dei peliqueros del Carnevale galiziano

Os Corpos, il documentario sul Carnevale Galiziano

Os Corpos è un documentario che non documenta, ma mostra la tradizione dell’entroido, il Carnevale galiziano.

In veste di recensore, la sensazione che si ha una volta finito di guardare Os Corpos, documentario concorrente al Festival Passaggi d’Autore, è “ma cosa dovrei dire?”.
Il documentario mostra al pubblico l’interessante tradizione del Carnevale Galiziano, chiamato entroido (informazione che veniamo a sapere grazie agli articoli letti dopo su internet), o meglio di una delle tante forme di entroido celebrate in Galizia (anche di questo non si fa menzione nel documentario, è internet a dirlcelo).
Os Corpos, infatti, sembra voler solo mostrare agli spettatori la celebrazione e farli immergere nei festeggiamenti, ed evita ogni spiegone o aneddoto.

Qualcosa di interessante che non avviene
Si comincia quindi con un primissimo piano dei rumorosi campanacci indossati dai peliqueros, personaggi dal sapore pagano con addosso delle maschere grottesche (cosa simboleggino non si sa, nel documentario non era spiegato).
L’inquadratura si sposta sul viso mascherato dei peliqueros, che agitano i campanacci illuminati da torce infuocate. L’inizio cattura l’attenzione e lascia presagire un qualcosa di interessante, che però non avviene.

La farrapada: lanciarsi il fango a Carnevale
La scena, infatti, si sposta sulla folla in festa, in pieno giorno, che si tira addosso stracci coperti di fango e sembra divertirsi molto. La didascalia del documentario ci dice che è la tradizione della farrapada. Sicuramente si riesce a catturare la loro gioia, ma dopo l’inquadratura iniziale ci aspettavamo un incantesimo dei peliqueros o chissà cosa, e invece abbiamo la gente che lancia il fango. Con una transizione a schermo nero la scena torna nuovamente alla sera, “riprendendo” ciò che era stato interrotto all’inizio. La gente balla, le maschere agitano i campanacci, ci sono dei carri, tutto suggestivo, al punto che vedere una macchina qua e là ogni tanto sembra fuori luogo. Poi il documentario finisce, senza che nulla sia accaduto. Altra dissolvenza verso il nero, scritta del titolo del documentario.

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La farrapada nel Carnevale galiziano

Un documentario che non documenta: scelta giusta o sbagliata?
Ma produrre un documentario che non documenta è una scelta giusta o sbagliata? Sicuramente capiamo che è una bella festa, e magari noi spettatori ce ne ricorderemo se passeremo da quelle parti nel periodo invernale. Tuttavia considerando meramente il documentario si vorrebbe avere qualcosa di più. Magari si vorrebbe essere informati su un argomento nuovo, ma la narrazione sceglie di mostrare gli eventi. Nessuna voce narrante o un breve stacco che spieghi chi sono i peliqueros o quando grossomodo ha origine la tradizione dell’entroido.

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Il peliquero di Batman Begins

In conclusione
E’ vero che il mostrare senza dare spiegazioni e interpretazioni è una scelta in voga oggi, ed è una caratteristica molto (troppo) comune nei film più recenti. Forse l’intenzione era rendere lo spettatore più partecipe o invogliarlo a informarsi da solo a fine visione.
Os Corpos riesce nel secondo intento, peccato che su internet, almeno in lingua italiana, ci sia molto poco materiale riguardo all’entroido. Invece il coinvolgimento dello spettatore poteva essere maggiore con qualche informazione in più.

About Amida Agalliu

Frequento il corso di laurea magistrale in Strategie di Comunicazione a Padova e nutro un vivo interesse per tutto ciò che riguarda il mio settore di studi, ma ciò che preferisco è la scrittura di articoli e il radio speaking.

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