Il parere dell’esperto Michele Cavo, professore di ematologia a Bologna, sulla nuova cura del mieloma multiplo
Una nuova speranza per la cura del mieloma multiplo. Gsk, importanza casa farmaceutica, ha creato BelaMaf: gli anticorpi farmaco coniugati aprono, così, nuove frontiere alla cura della malattia. È un farmaco indicato per i pazienti in cui il tumore si è dimostrato resistente alle cure standard. Queste persone sarebbero curate in alternativa a BelaMaf con la pallazione, o con soluzioni meno efficaci.
Il mieloma multiplo è una malattia che deriva dalla trasformazione neoplastica di una cellula della linea B linfocitaria. La malattia è caratterizzata dalla presenza di numerose alterazioni genetiche. Alcune di queste sono rilevabili nella gran parte dei pazienti e sono quelle considerate fondamentali per lo sviluppo di una fase della malattia: la gammopatia. Un secondo evento è invece necessario per la successiva fase neoplastica. È quindi una malattia in progressione. È un tumore del midollo osseo, non è quindi un caso che il sintomo più comune della malattia sia rappresentato dal dolore osseo. Le cause della malattia non sono ancora definite, ma si riconoscono fattori ambientali come l’esposizione diretta alle radiazioni ionizzanti o a sostanze chimiche.
L’opinione di Michele Cavo
Riguardo a questi nuovi sviluppi, Michele Cavo, professore di Ematologia all’Università di Bologna, ha rilasciato una dichiarazione:
“Il mieloma multiplo è un tumore del non solo del midollo osseo, ma anche dei bilinfociti e delle plasmacellule. Il mieloma multiplo ha un incidenza di 6000 nuovi casi all’anno, nel nostro Paese. Questo anticorpo monoclonale, coniugato con una tossina, rappresenta quindi il colmare un bisogno terapeutico che si è venuto a creare e che negli anni diventerà progressivamente crescente. La cura viene applicata a pazienti che sono stati durante la storia della malattia esposta alle tre principali classi di farmaci che sono attualmente disponibili. Questi pazienti sono diventati refrattari dopo questa prolungata esposizione e serve un nuovo tipo di farmaco per curare questo male.”