“Riabitare la Sardegna”, una manifestazione di livello nazionale
In vista dell’attuazione del Dispositivo e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’associazione “Badde Salighes 1879” dal 10 dicembre organizza a Cagliari una manifestazione di livello nazionale a tema “Riabitare la Sardegna”.
L’obiettivo è quello di consentire l’incontro tra le Comunità locali (comuni, organizzazioni del terzo settore, imprese e cittadini) da un lato e le Comunità degli Investitori e degli Innovatori dall’altro.
Il progetto è ideato e promosso dall’associazione “Badde Salighes 1979” con il sostegno di Fondazione per il Sud e Fondazione di Sardegna.
Badde Salighes
Il nome, ‘valle dei salici’, sembrerebbe suggerire che un tempo la località fosse ricca di salici.
Al di là dalle origini del nome, Badde Salighes è una perla del patrimonio forestale sardo. Raggiungerai l’incantevole località del Marghine lasciando la statale 131 al 155esimo chilometro per imboccare la provinciale 17 in direzione Bolotana. La incontrerai lungo la strada, venti chilometri prima del borgo. La storia del parco della foresta e di molte sue specie arboree è legata alla figura dell’ingegnere gallese Benjamin Piercy (1827-1888), ideatore ed esecutore della rete ferroviaria della Sardegna; nonché imprenditore agricolo: tra 1880 e 1888 realizzò. tra i due altopiani di Campeda e del Marghine una delle più grandi e moderne aziende agricole isolane, nella tenuta di Padrumannu.
Villa Piercy
Badde Salighes è luogo di storia e fascino che rimanda gli echi dello sviluppo pionieristico a opera dell’ingegnere britannico: attorno all’azienda all’avanguardia sorse un piccolo e moderno (per l’epoca) borgo praticamente autonomo. Di quei tempi rimane la villa Piercy in stile inglese, edificata tra 1879 e 1882, simile sia a un castelletto medievale che al cottage all’inglese; l’inestimabile patrimonio botanico del parco; le casette ordinate e curatissime del borgo, un tempo abitazioni dei lavoratori dell’azienda; l’ex caserma dei carabinieri a cavallo con annessa scuderia, poi divenuta bar-ristorante e struttura ricettiva in attesa di ristrutturazione; e poi ancora gli ex pollai all’interno del giardino della villa, oggi graziose abitazioni.
L’impronta dell’ingegnere gallese è visibile nella magnifica tenuta padronale, specie per le numerose specie vegetali da lui piantate. L’interesse botanico è acuito da splendidi ‘relitti’ della flora calda e lussureggiante del terziario. Ci sono alcune piante spontanee, come tassi, agrifogli e aceri minori, altre importate da Piercy: abeti, calocedri e cedri. Il parco raccoglie all’incirca un terzo delle specie botaniche presenti in Sardegna e alcune di queste sono esemplari rarissimi, unici o quasi. La visita al parco comprende anche la scoperta della xiloteca, che ospita una collezione di legni delle piante arboree e arbustive sarde, un erbario, un insettario e una biblioteca tematica.
Oltre i limiti del parco prosegue un lussureggiante paesaggio, dominato dai agrifogli e tassi, impreziosito dalla cascata di Mularza Noa. Per arrivarci, intraprenderai un sentiero che parte sotto il nuraghe Ortakis e discende sotto il fitto bosco di lecci e agrifogli plurisecolari. Quello che più ci sorprende in questo tratto del sentiero sono le varietà di verde. Il tasso di umidità è altissimo, e fà si che muschi e licheni si associno ai più importanti endemismi come la felce di maggiori dimensioni fra quelle presenti in Europa. L’agevole sentiero ti porterà fin sotto la cascata dove lo scroscio d’acqua è decisamente impetuoso in periodo di piogge.