L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) ha recentemente pubblicato una relazione che valuta la sostenibilità dei prodotti in plastica per l’agricoltura.
“La relazione raccomanda di sostituire i polimeri convenzionali non biodegradabili con polimeri biodegradabili a base biologica. Accogliamo con favore questo riconoscimento dei vantaggi ambientali dei prodotti bioplastici”, ha commentato François de Bie, Presidente di European Bioplastics (EUBP).
Lo studio della FAO si concentra sui prodotti in plastica per l’agricoltura utilizzati in una serie di diverse catene di valore. Include inoltre una valutazione qualitativa del rischio che analizza 13 prodotti agricoli specifici. “Appare significativo che, per sei prodotti sui 13 valutati, le plastiche biodegradabili a base biologica siano raccomandate come sostituti preferibili ai materiali plastici convenzionali”, ha dichiarato de Bie. L’elenco dei prodotti consigliati include pellicole di pacciame, attrezzi da pesca, fertilizzanti rivestiti in polimeri. Importanti anche le protezioni e i ripari per alberi, spaghi di supporto per le piante e sacchetti per la protezione della frutta impregnati di pesticidi.
L’importanza delle pellicole di pacciame biodegradabili
Le pellicole di pacciame sono di importanza cruciale, in quanto sono, in termini di quantità, la seconda tipologia di pellicole in plastica utilizzate in agricoltura. “Le pellicole di pacciame realizzate in plastica biodegradabile offrono vantaggi significativi nei casi in cui vi siano problemi di recupero, riciclaggio e riutilizzo. Infatti sono progettate specificamente per biodegradarsi in modo efficace e possono pertanto rimanere nel terreno dopo la raccolta”, ha spiegato François de Bie. Al contrario, soprattutto nel caso delle pellicole di pacciame sottili non biodegradabili, la scarsità di opzioni di selezione, gestione e recupero possono portare a livelli significativi di inquinamento nei campi. Anche quando le pellicole tradizionali vengono rimosse dal campo, sono spesso gravemente contaminate da terreni e residui vegetali, fattore che compromette il processo di riciclaggio.
Biodegradabilità e ambiente marino
La relazione FAO sottolinea inoltre la necessità di sviluppare polimeri biodegradabili nell’ambiente marino. “Sebbene si debba evitare qualsiasi tipo di inquinamento, vi sarà sempre un certo numero di attrezzi da pesca involontariamente smarriti. Pertanto, è importante promuovere l’adozione di soluzioni biodegradabili”, ha dichiarato il Presidente di EUBP. Nel caso di prodotti usati contaminati da residui di pesce, ad esempio per quanto riguarda le cassette per il pesce solitamente realizzate con materie plastiche convenzionali, i biopolimeri, secondo la FAO, possono agevolare il processo di riciclaggio.
La relazione sottolinea inoltre l’importanza di migliorare la situazione dei dati relativi alla valutazione del ciclo di vita della plastica a base biologica per uso agricolo, nonché il comportamento e il tasso di degradazione dei prodotti biodegradabili. “Sosteniamo con forza tutti gli sforzi che contribuiscono a un ulteriore miglioramento dell’attuale disponibilità di dati. Tuttavia, questo non può essere solo opera del settore delle bioplastiche. Per creare un adeguato pool di dati, abbiamo bisogno di un maggiore sostegno politico.
Per il mercato europeo, la Commissione europea dovrebbe assumere un ruolo di leadership nel facilitare e coordinare la condivisione dei dati”, ha dichiarato Hasso von Pogrell, Managing Director di EUBP. La relazione sottolinea inoltre il ruolo delle sovvenzioni alla ricerca e all’innovazione come mezzo per alimentare nuove idee che portino allo sviluppo di nuovi prodotti. “Tuttavia, il finanziamento della ricerca da solo non è sufficiente. È inoltre necessario un quadro politico adeguato per le plastiche a base biologica, biodegradabili e compostabili, al fine di far comprendere i vantaggi sostenibili di questi prodotti in Europa”, ha concluso von Pogrell.