Partono oggi in tutta Italia, ad eccezione del Trentino Alto Adige, i saldi.
Dopo Sicilia e Basilicata, che hanno aperto agli sconti il 2 gennaio, il 3 è stata la volta della Valle D’Aosta; nella provincia di Trento saranno invece i negozianti a decidere liberamente i periodi dei saldi e in Alto Adige si partirà in alcune zone l’8 gennaio mentre in diversi Comuni turistici bisognerà attendere il 5 marzo.
Secondo una ricerca di Confesercenti, quattro italiani su dieci sono determinati ad andare a caccia di sconti, e spenderanno in media circa 120-150 euro. Il giro d’affari complessivo, stima Confcommercio, sarà di 4,2 miliardi, in crescita di 300 milioni di euro rispetto all’anno scorso. Per il Codacons, tuttavia, il calo delle vendite rispetto al periodo pre-Covid sarà del 21%.
Si auspica una boccata di ossigeno per tutto il settore del commercio. Tuttavia, a spaventare i negozianti ci stanno pensando l’aumento dei contagi da Covid 19 e le relative restrizioni per contenere la pandemia.
Ribassi contenuti
L’Unione Nazionale Consumatori spiega che gli sconti sono ben lontani dai valori pre-pandemia, perché la crisi ha indotto i commercianti a contenere i ribassi rispetto al passato, nel tentativo di rifarsi delle perdite. Gli sconti – emerge da un’analisi dell’Unc – sebbene più appetibili rispetto a quelli praticati nel 2021 sono però inferiori a quelli pre-lockdown del gennaio 2020. Per l’abbigliamento, ad esempio, si calcola un abbassamento medio dei prezzi del 19,2%. Un valore più marcato rispetto al 18,5% del gennaio 2021, ma nettamente inferiori rispetto al gennaio 2020 – osserva l’Unc – quando lo sconto si era attestato al 22,5%”.
Massimo Torti, segretario generale Federmodaitalia Confcommercio, sottolinea che rispetto ai saldi invernali 2020 siamo indietro di 900 milioni di euro. “Lo scontrino medio pro capite – aggiunge – passa dai 111 euro del 2021 ai 119 euro di quest’anno, ma sarà ancora inferiore di 21 euro rispetto al 2020, quando era pari a 140 euro”.
Per il Codacons questi numeri dimostrano un forte calo delle vendite rispetto al periodo antecedente la pandemia: “Sono dati che sanciscono il flop dei saldi invernali in previsione di una contrazione delle vendite del 21% anche per l’impatto del caro-bollette e dei rincari generalizzati dei prezzi che farà calare il giro d’affari complessivo di oltre un miliardo rispetto ai 5,2 miliardi del 2020”.
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