La crisi picchia duro sulle imprese femminili. Confartigianato: pagato prezzo alto ma grandi capacità reazione
Nel periodo della pandemia nel Paese, infatti, si è registrato un calo del 7,8% dell’occupazione femminile indipendente; a fronte del -6,1% registrato dalla componente maschile.
Trend negativo anche sul fronte del fatturato delle imprese guidate da donne con una diminuzione di 4,4 punti rispetto alla media. E’ quanto rileva l’indagine “Il trend della ripresa 2021-2022 e alcune evidenze di genere”; condotta per Donne Impresa di Confartigianato, con dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna.
Nell’Isola le imprese femminili sono 38.933, il 22,8% del totale di tutte le attività produttive iscritte alle Camere di Commercio; 4.374 sono guidate da giovani under 35 (l’11,2% sul totale delle imprese femminili) e 2.607 da straniere (6,7% sul totale delle imprese femminili). Sono invece 5.899 quelle artigiane guidate da donne, il 15% sul totale delle imprese femminili, il 17% sul totale delle imprese artigiane. In questo settore il calo registrato rispetto al 2015 è stato dello 0,6% e dell’11,1% rispetto al 2008. A livello territoriale, nella vecchia provincia di Cagliari le imprese donna sono 15.938 di cui 2.434 artigiane; su Sassari-Gallura sono 12.583 di cui 2.084 artigiane; a Nuoro sono 7.286 di cui 1.031 artigiane e a Oristano 3.126 con 350 artigiane.
La capacità di reazione femminile
“Le imprenditrici hanno pagato il prezzo più alto della crisi pandemica. Ma hanno anche saputo affrontare le difficoltà con eccezionali capacità di resilienza, problem solving, abilità multitasking. Su queste doti tipicamente femminili dobbiamo continuare a far leva per essere artefici del nostro futuro. – Osserva la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai – I dati confermano che la pandemia ha aggravato i problemi che esistevano già. Oltre ad affrontare le maggiori difficoltà economiche dovute alla crisi, le donne hanno dovuto impegnarsi maggiormente nelle attività di cura dei propri familiari a causa della chiusura delle scuole.
Le imprenditrici però hanno anche mostrato grandi capacità di reazione; superando le difficoltà e portando avanti le proprie aziende. Servono politiche di sostegno che aiutino le donne e uscire da una situazione che le ha gravemente penalizzate”. A questo proposito, la presidente evidenzia l’attenzione che, con il Pnrr, il Governo dedica agli aspetti che possono colmare i gap riguardanti la conciliazione lavoro-famiglia e più in generale in tema di welfare.