I ricercatori dell’Università di Bergamo e della Tuscia propongono la ricerca. Obiettivo: realizzare un modello circolare di riuso dei rifiuti plastici da Dpi da impiegare per la preparazione di asfalti ‘rinforzati’
Definire, sperimentare e validare un nuovo scenario di economia circolare basato sul riuso di rifiuti plastici derivanti da Dispositivi di Protezione Individuale (Dpi) a fine vita, quali ad esempio mascherine e camici realizzati in tessuto-non-tessuto, per la preparazione di ‘asfalti rinforzati’ con performance migliori in termini di resistenza alla frattura e vita utile rispetto ai tradizionali asfalti non rinforzati e di pari o migliore livello in confronto ad asfalti rinforzati con altre tipologie di materiali comunemente impiegati in questo settore.
E’ quanto si propone il progetto Single Use Ppe Reinforced Asphalt (Supra). È stato giudicato il miglior progetto sulla attività di ricerca volta alla riduzione dei rifiuti prodotti da plastica monouso; nello specifico, Supra rientra nell’ambito del ‘bando per il finanziamento di attività di ricerca volta alla riduzione dei rifiuti prodotti da plastica monouso – Edizione 2021’ promosso dal ministero della Transizione Ecologica.
Proposto dai ricercatori e professori del Deim (Dipartimento di Economia, Ingegneria, Società e Impresa) dell’Università della Tuscia, coordinati da Marco Marconi, prevede la collaborazione dei ricercatori Daniele Landi e Christian Spreafico del gruppo di ricerca Virtualization and Knowledge, Dipartimento di Ingegneria Gestionale dell’Informazione e della Produzione dell’Università degli studi di Bergamo.
“Di durata semestrale, l‘avvio del progetto è di fine dicembre 2021 con un budget di 200mila euro“
Lo spiega Caterina Rizzi, coordinatrice del gruppo di ricerca Virtualization and Knowledge. “I nostri ricercatori si occuperanno dello studio e della ricerca delle prestazioni dei Dpi, e la valutazione ambientale, economica e sociale saranno svolte utilizzando metodologie standardizzate e riconosciute dalla comunità scientifica internazionale con l’obiettivo di sperimentare e validare un nuovo scenario di economia circolare basato sul riuso di rifiuti plastici derivanti da Dispositivi di Protezione Individuale (Dpi) a fine vita, quali ad esempio mascherine e camici realizzati in tessuto-non-tessuto”.
“Ogni anno – aggiungono Daniele Landi e Christian Spreafico – a livello globale, produciamo oltre due miliardi di tonnellate di rifiuti indifferenziati. Riuscire a trasformare un rifiuto in una risorsa non solo porta a vantaggi economici, ma permette di ottenere notevoli vantaggi sull’ambiente e sulle persone. L’obiettivo del progetto Supra è quello di eliminare i rifiuti prodotti dall’uso dei Dpi e di ottenere un nuovo prodotto da utilizzare nell’ambito della costruzione delle strade. Possiamo trasformare la ‘spazzatura’ in qualcosa di utile per l’ambiente e darle il corretto valore economico”.
I target stakeholders del progetto saranno tutte le imprese coinvolte nella filiera di smaltimento dei rifiuti e nella costruzione di infrastrutture stradali.
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