3mila km dai cammini ai luoghi sacri, intesa Regione-Cei
Più altri tre in fase di riconoscimento: 100 Torri, La via dei Santuari, Il Cammino dei martiri.
E poi tante piccole Assisi al centro dell’Isola. Un esempio su tutti Laconi, paese natale di Sant’Ignazio. Si può fare turismo anche con la fede. Per questo nasce un protocollo d’intesa tra Regione e Conferenza episcopale sarda.
“Una giornata storia – spiega l’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa – che apre un nuovo scenario. Coinvolge 3.200 chilometri di percorsi e centinaia di sindaci creando sistema. E raggiungendo quell’intento che vogliamo perseguire da sempre: destagionalizzazione e valorizzazione delle zone interne”.
Nel documento sono compresi cammini, destinazioni di pellegrinaggio, percorsi francescani, itinerari spirituali. “Non si può fare turismo religioso senza le Diocesi – chiarisce il presidente della Conferenza episcopale sarda e vescovo di Nuoro, monsignor Antonello Mura – Se un camminatore arriva in Sardegna può trovare un supporto di accompagnamento spirituale. Lavoriamo quindi per la formazione: non basta aprire le chiese, noi possiamo mettere a disposizione la nostra organizzazione”.
Un progetto che parte da lontano. E che ora ha trovato la sua stesura definitiva e le firme di Regione e Cei. Il protocollo diventerà presto operativo con attività pratiche. Il primo passaggio sarà quello di formare gli esperti che dovranno accogliere gli ospiti. Non semplici guide turistiche, ma accompagnator, precisano i promotori, che diano valore aggiunto allo spirito dell’iniziativa.
Il secondo passaggio sarà il coinvolgimento delle Diocesi che dovranno coordinarsi con le Fondazioni che già esistono e quelle che nasceranno. Sarà poi formata una cabina di regia per coordinare il percorso del progetto con Regione, Chiesa e Comuni. Nelle prossime settimane si cercherà anche di organizzare incontri per l’animazione territoriale delle tappe dei percorsi in modo da coinvolgere tutta la popolazione.