Aumentano in Sardegna le violenze e i delitti di genere, i reati legati ai traffici di droga. In diminuzione invece i reato contro la pubblica amministrazione e il patrimonio.
In Tribunale a Cagliari sono state portate a termine 8.180 cause civili rispetto alle 6.760 dell’anno precedente, con una pendenza passata da 18.901 a 17.267 affari. Sono state definite 2.210 cause di famiglia, i ricorsi per separazioni consensuali sono stati 656 (l’anno precedente erano stati 588) con 767 definizioni. Ben 137 le dichiarazioni di fallimento societario, rispetto alle 117 precedenti.
Rigide norme sul distanziamento e contro la diffusione della pandemia hanno limitato la presenza di autorità e interventi. Dopo il lockdown per il Covid, lo scorso anno è stato segnato dalla ripartenza della macchina giudiziaria che ha dovuto tenere conto delle nuove norme. Tra i problemi le gravi carenze dell’organico amministrativo sempre più accentuate. A questi si aggiungono anche i deficit di organico tra i magistrati.
Un anno di sospensione e di rinvio delle udienze con la graduale ripresa dell’attività da remoto o in forma scritta, poi di nuovo in presenza col green pass. La Corte d’appello di Cagliari è tutto sommato positiva rispetto agli altri Uffici giudiziari della Sardegna. A Sassari invece mancano il dirigente amministrativo, uno dei due direttori, due funzionari contabili, quattro operatori e tre ausiliari.
Per quanto concerne, invece, il settore Penale della Corte, i dati statistici appaiono nella
media degli anni precedenti (nel periodo 1° luglio 2017/30 giugno 2018 sono stati definiti 1.220
procedimenti; nel periodo 1° luglio 2018/30 luglio 2019 ne sono stati definiti 1139 e, nel periodo 1°
luglio 2019/30 giugno 2020, ne sono stati definiti 1.020, pur di fronte a un costante aumento dei
procedimenti sopravvenuti). Rilevante, invece, è stato l’incremento della definizione dei processi
d’Assise d’Appello, se si considera che nell’anno 2017 sono stati definiti due procedimenti;
nell’anno 2018 nove e, nell’anno 2019, due.