Un’App che facilita la connessione con il medico, l’ascolto e la presa in carico dei pazienti con Hiv. Si chiama ‘AppScoltami’ ed è stata ideata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con le associazioni dei pazienti
L’applicazione vuole essere uno strumento digitale che offre soluzioni concrete, di facile utilizzo. Seguendo un percorso molto semplice e rispondendo a delle domande, i pazienti ottengono una ‘fotografia’ del loro sentire, della propria qualità di vita percepita. E ogni volta che la utilizzano avranno il polso della situazione, in modo da poter rendere tangibile l’intangibile: uno stato d’animo, un’emozione, una sensazione o meno di benessere. Risultato che di volta in volta potranno decidere di condividere con il proprio medico per migliorare la relazione di ascolto e la presa in carico. Perché la qualità di vita è parte integrante della terapia e del benessere fisico.
AppScoltami è nata per rispondere a un bisogno delle persone con Hiv che non sempre danno voce alle loro emozioni o non si sentono adeguatamente ‘ascoltate’ dal loro medico per quanto riguarda il benessere psicofisico. La qualità di vita è importante per tutti e lo è ancor di più quando una patologia cronica la mette in discussione.
Questa App vuole aiutare paziente e medici a sintonizzarsi e, quindi, a facilitare il dialogo. A volte è difficile per le stesse persone con Hiv riuscire a scattare una ‘fotografia emotiva‘ e raccontare il proprio benessere o malessere psicofisico. Sta poi a loro decidere se condividerla o meno con il medico. Un passaggio, questo, che non è secondario. L’engagement del paziente, il suo dover attivare il medico – evidenzia l’esperta – lo pone al centro dell’App, lo vede protagonista attivo. Il digitale ci ha aiutato in questi anni, ci ha dimostrato che può unire e facilitare anche la condivisione delle emozioni”.
I medici cosa ne pensano?
Questa App è molto importante perché consente il monitoraggio dello stato psicofisico del paziente e, quindi, aiuta a conoscere l’andamento della qualità di vita della persona con Hiv, in aggiunta a tutte le informazioni cliniche che possono venire dagli esami di routine. Uno strumento tanto più importante adesso che incontriamo i pazienti ogni 6 mesi e, quindi, non riusciamo a monitorare la situazione in modo continuativo. La App rappresenta uno strumento in più per rilevare situazioni di crisi che sia la persona con Hiv che il medico non riescono a mettere a fuoco, ma aiuta anche a capire se si sta andando verso la direzione giusta e permette, concretamente, di ‘misurare’ i miglioramenti del benessere psicofisico e della qualità di vita.