Lo sterminio del popolo ebraico da parte dei nazisti, ma ricorda anche rom, sinti, prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, testimoni di Geova e altri nemici di Hitler
La giornata commemorativa è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 1° novembre 2005.
In Italia già nel 2000. Al fine di ricordare la Shoah. Le leggi razziali approvate sotto il fascismo. La persecuzione italiana dei cittadini ebrei. Tutti gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte.
La Giornata della Memoria ci insegna ogni anno, come anche nella vita quotidiana sia importante intervenire in tempo e non girare lo sguardo dall’altra parte quando un uomo o un popolo vengono offesi e discriminati.
La memoria della Shoah ci spinge certamente a interrogarci non solo sulle responsabilità di chi ha compiuto quelle atrocità, ma anche su quelle di chi con il silenzio complice le ha, in qualche modo, favorite perché è rimasto indifferente, perché non ha voluto vedere, perché toccava agli altri.
Troppe colpe secondo i gerarchi nazisti avevano gli ebrei. Colpe storiche, colpe recenti, colpe inaccettabili.
In una Germania affamata e in ginocchio a causa delle riparazioni di guerra, in questa terra che avrebbe avuto bisogno di un altro tipo di conduzione politica di resurrezione, i nazisti iniziarono a saziarsi unicamente attraverso l’odio dell’uomo contro uomo.
Il Nostro Paese in questi anni non fu immune del male. Tra il 1938 e il 1945 furono emanati provvedimenti legislativi ed amministrativi che resero impossibile la vita degli ebrei.
Come tante volte ha ricordato la senatrice Liliana Segre. Il binario 21 della stazione di Milano veniva considerato un treno di sola andata. Perché i prigionieri che partivano da questo binario andavano incontro a morte certa. Auschwitz, diversamente dal motto posto all’ingresso del lager, ARBEIT MACHT FREI, non rendeva liberi attraverso il lavoro. Ad Auchwitz non c’era posto per la parola libertà.