Finanziati 21 progetti tra lentezza, stelle e lunga vita, progetti raccontano un’Isola fatta non solo di mare, ma di angoli nascosti, parchi, siti archeologici e posti dove la gente vive sino a cento anni e passa.
SLOW e astronomia sono alla base di due dei ventuno progetti di Sardegna Ricerche finanziati con 3,4 milioni per promuovere un turismo che non consumi il territorio.
L’obiettivo del bando è quello di unire le forze in reti d’impresa in grado di attirare turismo eco-sostenibile. Puntando su aspetti in qualche modo unici. È quanto emerso nel corso del convegno “Il Turismo sostenibile in Sardegna: stato dell’arte e prospettive”, che ha consentito di fare il punto anche con gli oltre trecento operatori coinvolti.
Presente, tra gli altri, l’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa. Elementi nuovi per attirare vacanzieri come la “calma”, elemento chiave del progetto “Rete Sardinia long stay”.
Sottotitolo: consumare esperienze con lentezza.
Si tratta di convincere il turista a trasformarsi per un breve periodo della sua vita in “temporary citizen”, cittadino a tempo. Sardo, però. E integrato con la comunità.
Progetto che prevede il coinvolgimento di importanti operatori economici e turistici e che valorizza soprattutto attrazioni culturali e ambientali non per forza “estive”.
E poi il mistero dei dolmen e dei menhir sistemati non a caso, ma guardando il cielo.
Tra visite dei monumenti con esperti del settore che sanno spiegare il collegamento tra pietre e astri e passeggiate notturne sotto il cielo sempre pulito di un’Isola che per la maggior parte del suo territorio non sa cosa sia l’inquinamento luminoso.
Una terra da assaporare anche in bici: per questo c’è il progetto di “Sardinia ride, riciclovia dei giganti”.
L’idea è di sviluppare un doppio anello da 600 km che tocchi tutti i capoluoghi di provincia passando per i principali siti culturali presenti in Sardegna, (tra cui Barumini, Cabras e Nora), le panoramiche Bosa-Alghero, e la 125 tratto Genna Silana. E ancora: punti fortemente identitari quali tra gli altri Orgosolo e Mamoiada. Il percorso prevede al 50% viabilità interna, quindi non lungo la costa, al fine di favorire la scoperta dell’entroterra sardo e supportare le economie dell’interno.
Percorsi che coinvolgono sempre gli operatori dell’ospitalità e attività che puntano su agricoltura ed eno-gastronomia. Perché guardando le stelle o pedalando bisogna pur sempre mangiare e dormire. Bene. Ma con un animo diverso. Come succede per “O.blu.zo”, Ogliastra blue zone.