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Sanità digitale: fondamentale garantire accesso adeguato ai dati dei pazienti e proteggerli

 

“La pandemia ha fatto aumentare la necessità di digitale, specialmente in sanità. Fondamentale garantire un accesso adeguato ai dati dei pazienti e proteggerli”

Per la sanità digitale, dobbiamo riuscire a rendere i dati comunque utilizzabili dalla comunità scientifica nell’interesse collettivo, sia per attuare la governance di sistema, cioè la programmazione dei servizi sanitari al meglio attingendo i dati dalla realtà di tutti i giorni, sia per motivi di ricerca. Così come per i sanitari è importante l’uso dei dati del singolo paziente per poterlo assistere al meglio.  

Cosa occorre fare

Occorre condividere i dati, una massa peraltro enorme, sempre in continuo cambiamento – è una priorità. Questa è una sfida molto importante, rispetto alla quale in Italia siamo rimasti un po’ arretrati. Dobbiamo incrementare al più presto la nostra capacità di gestire i dati sanitari digitalizzati in maniera corretta, coerente e uniforme su tutto il territorio nazionale”. Con queste parole Francesco Gabbrielli, Direttore Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità, apre la sessione “Industria e istituzioni: dal prodotto al servizio per integrare le necessità del patient journey” della Winter School 2022 organizzata da Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Siemens Healthineers e Vree Health.

La tariffazione specifica

Un altro elemento importante è quello della tariffazione dei servizi di telemedicina. Le Regioni devono poter rimborsare i prestatori di opera. Con gli ultimi atti regolatori alcune prestazioni sono remunerate, ma non sono previste delle tariffe specifiche per la telemedicina. “Noi stiamo lavorando già da tempo per arrivare a una tariffazione specifica. – prosegue Gabbrielli – Per esempio, una televisita in cardiologia viene rimborsata come una visita cardiologica in presenza. Questa modalità è stata utilissima durante la pandemia per accelerare la rapida messa a sistema di servizi in telemedicina per fare fronte all’emergenza nazionale, ma non può durare a lungo perché non tiene conto di tutta una serie di fattori di spesa che invece sono molto rilevanti non solo nel costruire un sistema di telemedicina ma anche nel tenerlo aggiornato nel tempo”.

La procedura di Private Public Partnership

Il Comitato interministeriale per la transizione digitale il 15 dicembre 2020 ha avviato la procedura di Private Public Partnership per realizzare la piattaforma nazionale di telemedicina. Secondo Francesco Gabbrielli “si tratta finalmente di un approccio più consono dei tradizionali per la selezione di prodotti e servizi per la sanità digitale, che molte volte abbiamo proposto a livello istituzionale. In pratica, i soggetti privati possono proporre soluzioni tecnologiche, tra le quali il Governo sceglierà la più rispondente alle proprie esigenze. Speriamo sia l’inizio di una svolta reale del rapporto pubblico-privato nella sanità italiana”.

Quanto è importante la scelta della tecnologia

Occorre sempre tener presente non soltanto la scelta di una tecnologia, ma anche come essa viene inserita e utilizzata nell’organizzazione sanitaria. “Nessuna tecnologia, infatti, da sola è sufficiente a risolve un problema. Siamo noi che risolviamo i problemi utilizzando in modo adeguato una certa tecnologia” puntualizza Gabbrielli. Il servizio di telemedicina va riprogettato da capo ogni volta che ci si sposta di territorio e anche di tipo di pazienti, perché bisogna partire dalle esigenze specifiche che quel servizio dovrebbe risolvere. La sfida più importante è la trasformazione della pratica medica verso una medicina cosiddetta personalizzata, utilizzando tantissimi dati in più rispetto a quelli utilizzati dalla pratica medica e assistenziale tradizionale. Questo grazie a dispositivi digitali che possono essere collocati nel luogo dove vive il paziente, addosso al paziente o dentro il corpo del paziente, dai quali si può ricavare una quantità di informazioni impensabile prima dell’era digitale”.

Cosa permette la medicina personalizzata

Questi dati, proprio per le caratteristiche dei sistemi digitali di telecomunicazione, possono essere integrati tra di loro e gestiti in piattaforme condivise online. La medicina personalizzata permette di effettuare una diagnosi molto più precisa, accurata e di calibrare la terapia più adeguata, persona per persona, analizzando proprio il funzionamento del corpo di quel singolo individuo. “Dobbiamo – conclude Francesco Gabbrielli – lavorare ancora molto in ricerca applicativa e a livello medico-clinico per poter arrivare a questo risultato, ma le esperienze che facciamo in tutta Italia sono molto promettenti da questo punto di vista”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

About Claudia Atzori

Sono Claudia Atzori. Sono nata nel 1997 e ho la passione per il disegno, la pittura e l'architettura.

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